Al via la XXIV edizione dell’Abbabula Festival organizzato dalla Cooperativa Le Ragazze Terribili e in programma dal 29 luglio al 9 agosto, a Sassari ed Alghero. Un cast ricchissimo quello di questa edizione, trasversale e intergenerazionale, che va da Tananai, Villabanks, Massimo Pericolo, Ernia, Psicologi, Bigmama, Mavie, Low-Red e Novelo, passando per Peppe Servillo Con L’omaggio a Battisti e concludendo con Franca Masu, Luigi Frassetto, Federico Marras Perantoni, Bandito E I Valak e molti altri. Insomma, musica per tutti i gusti e per tutte le età, in due location spettacolari per uno dei grandi eventi dell’estate italiana. A raccontare questa 24ma edizione, Barbara Vargiu, direttrice artistica dell’Abbabula Festival.
Ciao Barbara, grazie per questa intervista. Inizierei chiedendoti dell’emozione di questa edizione dell’Abbabula Festival dopo gli ultimi anni vissuti. Come stai vivendo questo ritorno?
«L’emozione è forte, anche perché abbiamo vissuto due anni dove sembrava che non ci fosse più luce e non sapevamo cosa sarebbe potuto succedere. Non sapevamo se saremmo tornati e in caso come, se come prima o in un modo totalmente nuovo. Insomma, eravamo piuttosto preoccupati. Ora invece, la gioia è immensa. Il ritorno al live, l’attesa del palco e il grande pubblico ci rende entusiaste e cariche. Per noi questo è un ritorno molto importante».
Quest’anno sono 2 le location dove si svolgerà l’evento. Come mai questa doppia scelta?
«Questa scelta nasce da un esigenza naturale. Siamo legate a Sassari che è la nostra città e qualcosa volevamo farla lì. Alghero invece offre una grande platea con il rinnovato teatro “Ivan Graziani”, in una bellissima località come Maria Pia, e che ri-partirà con Tananai, dopo dieci anni di chiusura. Ci si è prospettata un occasione troppo bella e troppo ghiotta per lasciarcela sfuggire così».
Un cast ricchissimo e variegato, che va da Peppe Servillo con l’omaggio a Battisti a Tananai, Psicologi, Massimo Pericolo e tanti altri. Insomma, un cast adatto a tutti e per tutti i gusti…
«Si cerca di parlare alle diverse generazioni. C’è la generazione storica che ha sempre sostenuto l’Abbabula e che ora è cresciuta, alla quale guardiamo con un progetto come quello di Servillo dedicato a Battisti. Ci sarà un omaggio molto bello a Pasolini il 29 luglio, portato in scena da un compositore sardo che sta riscuotendo un ottimo riscontro, che è Luigi Frassetto e poi ci sarà il concerto di Federico Marras, che è un artista e un cantautore isolano dal percorso molto intenso. Poi c’è la nuova generazione e la grande attenzione che stiamo rivolgendo alle nuove leve, in un ottica di formazione del pubblico e che ci porta ad avvicinare il pubblico dei giovanissimi al live e far godere loro dell’emozione di un concerto dal vivo, tra condivisione, musica e svago. Noi ricerchiamo un’emozione per tutti i nostri pubblici, ecco il perché di un cast così variegato».
Ad organizzare l’evento Le Ragazze Terribili. Un vero marchio di fabbrica per la Sardegna e dal 1996 per l’Abbabula Festival…
«Mi piace pensarla così, anche perché era il sogno delle Ragazze Terribili avere un proprio festival musicale che le rappresentasse. Un festival trasversale che si aprisse alle nuove generazioni, ma che mantenesse anche quella storica. Inoltre, mi piace pensare alle Ragazze Terribili anche come un esempio da seguire. Il poter raggiungere i propri obiettivi e realizzare le proprie speranze con le stesse possibilità degli uomini. Noi ci siamo riuscite nella musica, ma chiunque può raggiungere i propri obiettivi nel proprio campo. Ci piace pensare di essere una “buona pratica”, un buon percorso da seguire».
L’abbabula è un Festival divenuto importante per il territorio. Fresco e sempre attuale, ma qual è il punto di forza?
«Voglio pensare che sia l’ascolto. La capacità di ascoltare il pubblico e capire cosa cercano le nuove generazioni e il nostro pubblico storico. Noi siamo come una spugna che assorbe quello che il pubblico vuole e che poi lo restituisce con grande forza. Non nascondo che per certi obiettivi musicali ci avvaliamo delle new entry. Ovvero le nuove generazioni di Ragazze Terribili, che ascoltano canzoni per la loro età e ci aiutano a selezionare il cast adatto».
Dopo 24 anni, qual è l’obbiettivo che l’Abbabula vuole raggiungere?
«Il nostro obiettivo è quello di far crescere il pubblico, a livello numerico e di ascolto e quindi offrendo una qualità sempre maggiore. Noi pensiamo realmente che la musica sia un salva-vita, lo è stata per noi e pensiamo che lo possa essere anche per altri. Crediamo molto nel valore formativo della musica e tra gli obiettivi di Abbabula, c’è proprio quello di aiutare, avvicinarsi alle persone e migliorarne la qualità della vita. Siamo convinti che la qualità della vita delle persone dipenda anche dall’offerta culturale che un territorio è in grado di esprimere».
Per un festival così importante, qual è il sogno del cassetto?
«Quello che mi auguro, e lo spero anche per l’intero settore, è di venire presi più sul serio. Ogni volta si deve navigare a vista e per certi versi può anche essere uno stimolo. Ma dopo tanti anni si sente l’esigenza di una stabilità. Sarebbe bello e importante se la politica e le varie istituzioni riconoscessero un ruolo importante alla cultura».
Foto copertina – Ph. Roberto Cifarelli
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