Grande protagonista dell’ultimo appuntamento del “Big Time Release”, Blindur è tornato con un nuovo e incredibile album. “EXIT” è il titolo del progetto e segna così il ritorno di una delle realtà più interessanti, premiate e riconosciute della scena alternativa dell’ultimo decennio. La tracklist è composta da 11 canzoni, tra registrazioni ambientali, orchestrazioni epiche, con atmosfere indie rock e richiami folk. In questo album, Blindur si conferma un grande artista che sa collaborare e conferma anche la sua continua ricerca estetica e stilistica. Tante anche le partecipazioni che rendono “EXIT” un album veramente imperdibile. Noi abbiamo raggiunto Blindur per farci raccontare del nuovo progetto e del suo futuro artistico.
Ciao Massimo, come stai?
«Sto tanto bene e sono carico di entusiasmo nonostante i tempi che ci aspettano».
Il tuo è un grande ritorno, “EXIT” è infatti il titolo del tuo ultimo progetto. Cosa ci puoi dire di questo album?
«Questo è il terzo disco per Blindur e il primo realizzato con la nuova band che mi accompagna dal 2019. È un gruppo di canzoni che sono venute su negli ultimi 3 anni. Questo è un album pieno di cose, è molto denso di contenuti e materie prime. Ci sono ovviamente le canzoni, c’è anche un gioco da tavola contenuto nella speciale edizione vinile, c’è un’opera d’arte come cover del disco e poi ci sono un sacco di collaborazioni. Insomma, è un contenitore nel quale sono riuscito a mettere un sacco di belle cose».
In questo album possiamo dire di trovare tutto di Blindur e tutto di Massimo?
«Sono in gioco come musicista, come cantautore e come produttore. C’è in gioco il mio approccio alla scrittura e i pezzi della mia vita. Ci sono tante riflessioni che mi hanno accompagnato in questi anni. Ci sono le persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene. Quindi sì, all’interno ci sono gli ultimi anni della mia vita».
Qual è stato il brano che ti ha fatto capire che si poteva partire con la realizzazione del’album?
«Il primissimo pezzo che ho scritto e che ho inserito nel disco è “Eclisse” e l’ho scritto un annetto prima rispetto agli altri. Poi, ho scritto “Stati di agitazione” e piano piano sono venuti fuori tutti gli altri brani. Sono uno molto critico e puntiglioso, scrivo un sacco di cose ma poi sono poche le canzoni che trovano posto in un progetto. Però, da questi due brani, ho capito che c’era la possibilità di realizzare un nuovo album, un qualcosa di interessante. Anche perché le canzoni vengono così, non hanno un momento preciso di nascita. Ad esempio, il brano “Adesso” è l’ultimo in ordine di scrittura ed è entrato in extremis nell’album».
Un disco fatto di collaborazioni dentro e fuori, ma come sono nate?
«Il disco precedente lo avevo realizzato praticamente da solo, anche se non sono un fan del lavoro in solitaria. In questo progetto però avevo voglia di mettere delle basi per essere completamente aperto alle contaminazioni e con punti di vista diversi. In questo devo dire che Carla Grimaldi, Luca Stefanelli e Jonathan Maurano, Paolo Alberta compongono una squadra di lavoro fondamentale. Hanno spostato il peso su altri aspetti e senza di loro “Exit” sarebbe stato un disco totalmente diverso. La coralità di questo album è cercata, avevo bisogno di vedere dei risvolti diversi e dei panorami nuovi».
Un album ricco di curiosità e che si presenta anche in un modo particolare con un gioco all’interno. Quando anche la forma diventa interessante…
«Sono un grande collezionista di dischi, ma sono anche un grande fruitore della musica. Infatti, gli ultimi dischi comprati, o sono di band che ascolto da fan o sono degli oggetti speciali che hanno una valenza anche extra musicale. Siccome avevo questa idea del gioco da tavola e non avevo mai realizzato un vinile, ho pensato che unire queste due cose fosse il modo giusto di valorizzare il tutto. In un modo iper-digitalizzato ho pensato che potesse essere interessante creare interesse intorno ad un oggetto relativamente semplice come un un vinile. È un supporto musicale, che acquisisce però una tripla valenza: la musica, il gioco e anche l’opera grafica».
La tua è stata un’estate importante, hai avuto anche modo di presentare in anteprima il tuo album. Ma quali saranno gli appuntamenti futuri per Blindur?
«Quest’estate abbiamo iniziato a oliare gli ingranaggi del live, ma senza suonare i brani nuovi, eccezion fatta per “Sereno”, che ha anticipato il disco. Abbiamo riallacciato diversi fili con persone che non vedevamo da tanto. Inoltre, ci è servito per riabituarci al viaggio dopo i due anni di fermo quasi forzato. A Roma al Feria Lanificio, a Milano al Germi e a Napoli ad A’ Mbasciata, abbiamo invece potuto far ascoltare qualche brano in anteprima e sono stati 3 grandi eventi di presentazione. A novembre partirà invece un tour autunnale che continuerà fino alla fine di gennaio e dove gireremo un po’ l’Italia per far ascoltare il disco. Poi stiamo provando a costruire un tour europeo in primavera. Poi vedremo, l’insegnamento di “Exit” è quello di lanciare i dadi e vedere cosa succederà».
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