Caterina: «È stato facile alla fine, se non ci pensi troppo le cose arrivano»

Voce cristallina e penna da grande cantautrice. Caterina è questo e molto di più, e riversa in un grandissimo progetto come “In queste stanze piene” tutto il suo mondo, le sue esperienze, i suoi alti e i suoi bassi. Non si nasconde, ma racconta tutto se stessa e la sua storia in prima persona. Con il ritorno a casa, tra le persone che la amano e che riempiono quelle stanze. È proprio Caterina a raccontare a noi di RDM questo suo secondo progetto.

In queste stanze piene
Caterina – Cover “In queste stanze piene”

Ciao Caterina, come stai?

«Meglio, non mi posso lamentare. Sono entusiasta per l’album, ma sono un po’ acciaccata. Spero di recuperare in fretta anche per portare avanti il tour di presentazione e per fare tutto ciò che serve per promuovere il disco al meglio».

Questo album ti ha levato ogni energia…

«È che siamo arrivati a dicembre ed è arrivato il freddo (ride ndr.). Ovviamente sono contentissima per l’album».

“In queste stanze piene” è il titolo di questo tuo album, come nasce questo progetto?

«Non mi sono fatta troppe domande. Una volta che è uscito il primo disco ho pensato subito al secondo. Già con il primo singolo “Non so dove abito”, che la dice abbastanza lunga sul non sapere dove andare, è partito un po’ il tutto. Ho cercato di togliermi qualsiasi limite mentale che avevo».

Quindi possiamo dire che quest’album per te è stata un’esigenza. Ti sei raccontata, ma per te è stata anche una necessità uscire con un progetto così?

«Ho cercato di scrivere per me, di allontanare qualsiasi altra influenza esterna e di recuperare quel sentimento che avevo dopo il primo disco. Ho cercato di ritrovare anche quell’incoscienza e di scrivere quello che mi stava succedendo. Ho fatto questa cosa per me, anche perché alla fine provo gli stessi sentimenti di tutti, e spero che qualcuno si possa ritrovare in queste parole».

Caterina – “La promessa”

Queste stanze sono ancora piene?

«Sì, sono ancora piene e sono cariche per essere portate in giro. Ho visto questo nuovo disco come fosse una casa, piena di stanze che in questi due anni ho aperto e che strabordano di cose successe, di cose viste e di sentimenti provati».

Come mai questo titolo?

«È una frase che mi piaceva molto e che è all’interno del primo singolo che ha anticipato l’album: “Causa effetto”. Non ho trovato modo migliore per dire cosa erano queste canzoni per me».

Queste stanze immagino che siano riempite anche dalle tue esperienze, non solo recenti, ma esperienze di vita totale, come anche X Factor o il tuo primo album?

«Faccio fatica a scrivere di cose che non conosco. Parto da cose mie personali e da quello che mi succede intorno, così posso descrivere il tutto al meglio. Sicuramente c’è tanta vita di questi due anni, ma c’è tanto anche di quello che è successo prima. Infatti, in questo album c’è anche “Sempre più piccola” che è la prima canzone che ho scritto in assoluto e che ho scritto dopo X Factor. Anche perché, dopo aver cantato le canzoni degli altri nel programma, sentivo l’esigenza di cantare una cosa scritta da me».

Nell’album ti ritroviamo come cantautrice, ma anche come interprete nei pezzi “Groenlandia” scritto da Gio Evan e “Casa mia” di Anansi. In questa veste ti sei trovata quindi a tuo agio?

«Il brano di Anansi ripropone la parola casa e quindi calzava in modo perfetto con l’idea dell’album, è stato un bel segno del destino. Appena è arrivata “Groenlandia”, mi sono subito messa al piano e ho capito subito che doveva essere mia e poteva essere una canzone che mi rappresentava. Per me sarebbe difficile cantare una canzone di un altro artista in cui non mi ritrovo. L’importante è riuscire a dare giustizia di quello che si canta. È stato facile alla fine, se non ci pensi troppo le cose arrivano».

Caterina - Ph. Francesca Bazzoni
Caterina – Ph. Francesca Bazzoni

C’è un pezzo che più di tutti ti ha convinto ad avviare o concludere questo progetto?

«Ad avviarlo non so, sono andata totalmente a braccio. Però ho capito che con “Sempre più piccola” potevo chiudere quel cerchio lì. Questo è un brano importante per me, è il primo che ho scritto ed è quello che racconta anche una parte non bella della mia vita. Una parte di vita con i disturbi del comportamento alimentare e che ci ho messo un po’ di anni a metabolizzare. Questa è una canzone acerba rispetto alle altre, ma importante per me e all’interno ritorna anche la parola casa. Insomma, il mio inconscio ha fatto sì che tutto quadrasse alla perfezione».

Nelle tue dodici tracce, ho trovato nell’amore (diviso nelle sue declinazioni) uno dei temi centrali. È per te un modo di affrontare anche quelle esperienze vissute di cui si nutre questo album?

«Mi interrogo spesso sul mio ruolo nell’amore. Sono stati sicuramente periodi un po’ bislacchi e non facilissimi. Nell’album troviamo questa malinconia, ma c’è anche una propositività nel far andare bene le cose. Sono stati periodi strani, ma scrivere queste canzoni mi ha aiutato a mettere per iscritto delle sensazioni che avevo in quei momenti. Scrivere mi aiuta a mettere ordine e dare un nome a quello che mi sta succedendo. Insomma, scrivere mi aiuta a scegliere le parole giuste».

Visto che la casa è però il tema centrale dell’album e ritorna in ogni canzone. Dove ti senti a casa?

Indubbiamente direi con le persone care. Quelle con cui stai bene e che ti fanno sentire a casa. Quelle che ti fanno essere te stessa e che ti fanno rilassare. Un luogo preciso non c’è. Potrei dire il trentino, la montagna e la natura mi fanno stare bene. Anche Roma mi fa sentire bene. Un pezzettino di casa c’è ovunque. Anche i ricordi sono casa.

Caterina – “Abitudini”

Il ritorno al live per presentare questo tuo progetto, immagino che sia un momento di grande emozione.

«Ho avuto la fortuna di non essermi fermata durante il periodo pandemico e le persone che mi hanno circondato mi hanno aiutato tantissimo. Per un artista portare su un palco un nuovo progetto, con canzoni nuove è sempre esaltante. Ci stiamo impegnando e spero di tornare in forza per la data del 29 dicembre a Pistoia e per quella del 30 dicembre a Fermo, così per concludere bene l’anno. Poi ci saranno le date a gennaio e stiamo già lavorando per altre date. Il live è un momento di condivisione e ha una magia unica».

Un bilancio di questo 2022 lo hai già fatto?

«In realtà no! È stato sicuramente un anno importante, formativo e ricco di sorprese, ma non sono capace di fare bilanci. Forse ci penserò il 30 dicembre dopo l’ultimo evento. Lì penserò all’anno che sta per finire e cosa è successo».

Dal 2023 invece, cosa ti aspetti e cosa dobbiamo aspettarci da te?

«Non so cosa aspettarmi e cosa il pubblico potrà aspettarsi da me. Spero di poter continuare a fare quello che mi piace e di riuscire a portare in giro le mie canzoni. Sono una persona che ama affrontare e vivere le cose giorno per giorno. Non penso mai oltre una o due settimana. Al momento infatti potrei parlare solo delle date di gennaio che sono già pronte».

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