Con “TOBE! GRENDIZER” gli E-Wired Empathy omaggiano il tema originale giapponese Goldrake

Da lunedì 6 gennaio, il collettivo musicale internazionale E-Wired Empathy è tornato con un prezioso omaggio alla storia della tv e degli Anime. Un tuffo nell’infanzia per milioni di persone attraverso un personaggio iconico, un eroe dalle mille avventure. Infatti, il gruppo ha deciso di omaggiare il tema originale giapponese di “UFO Robot Goldrake”, con un riarrangiamento speciale di “TOBE! GRENDIZER” (Arvmusic / Fujipacific Music inc) per festeggiare i 50 anni dalla prima messa in onda su Fuji TV, avvenuta nel 1975 del celebre Goldrake. Già disponibile nelle piattaforme online, abbiamo deciso di raggiungere Giovanni Amighetti, per farci raccontare di questo prezioso omaggio e anche della nascita del collettivo.

Benvenuto su RDM Giovanni e grazie per questa chiacchierata. Mi piacerebbe iniziare chiedendoti subito di questo grande anniversario: 50 anni di tv per un mito indiscusso come Goldrake. Cosa ha rappresentato per te, per gli altri del gruppo e più in generale per la vostra generazione?

In effetti in E-Wired Empathy sono rappresentate tre generazioni diverse, io e Roberto Gualdi siamo oltre i 50, i suonatori di corde Luca Nobis e Combass stanno sui 40 mentre Fabio Barbero ha solo 20 anni. Quindi il significato può essere diverso, per me rappresentava sicuramente un prima e un dopo, era Goldrake con poi i successivi Harlock e Jeeg un programma “per noi” bambini all’epoca, così come l’uscita al cinema di Guerre Stellari. Era qualcosa che sentivamo molto “nostro” e che differiva come stile e realizzazione da tutti gli altri programma per ragazzi di quel periodo, dai recuperati Furia e Rintintin a Sandokan per citarne qualcuno. Era chiaramente “altro” e più moderno e coinvolgente.

Quindi ha lasciato un segno sulla nostra crescita penso, aveva anche una forte etica “stoica” che può essere criticabile, a volte essere troppo stoici può determinare situazioni sbilanciate e distruttive slegate dalla realtà, ma sicuramente in diverse persone della nostra generazione quel tipo di educazione con ideale “giapponese” é presente. Ma vedo che anche in Combass pur nato 13 anni dopo é molto presente.

Il vostro sarà un omaggio, una reinterpretazione della sigla originale giapponese: “Tobe! Grendizer”. Come mai questa scelta?

Quella musica in Italia era all’interno del cartone animato, in Giappone ne era anche la sigla mentre in Italia l’avevano sostituita con la più scanzonata “Ufo Robot” di Vince Tempera e Luigi Albertelli con Ares Tavolazzi al basso. Veniva suonata in vari modi e momenti, ma soprattutto nella sequenza in cui Duke Fleed (in Italia Actarus) usciva con Goldrake dalla base. Quindi mi colpiva da piccolo ed era in un certo senso l’essenza del cartone animato. E la ricordai, imparai quasi subito a suonarla ad orecchio sul pianoforte. E’ stata quindi una scelta quasi automatica, e si lega bene allo stile sonoro degli E-Wired.

Cover – Tobe! Grendizer

Adattamento e reinterpretazione, ma anche la volontà di lasciare l’essenza di quel tema musicale che ancora oggi è ricordato con affetto e nostalgia. C’è una forma di responsabilità nel toccare i ricordi di tante persone?

Forse sì, suppongo che su questa nuova serie anime Grendizer U si apriranno dibattiti social con i tipici “era meglio la vecchia” e il peggiore “non mi toccate i ricordi d’infanzia”. Nel nostro caso però riprendiamo il tema classico della serie originale del 1975 (data di uscita in Giappone, in Italia arriverà dopo) e suonandolo in modo “adulto” non dovremmo far danni.
Vediamo, sono curioso della ricezione che avrà. Sicuramente da parte nostra l’approccio é stato molto rispettoso.

Unire le generazione attraverso i ricordi, i momenti e le esperienze e in questo caso attraverso uno degli anime di maggior successo in tv e la sua sigla. Un modo per far conoscere storie, sigle e musiche che altrimenti andrebbero perse?

Probabilmente sì, tra l’altro non so se per motivi di passaggi di diritti la serie nuova non contiene non solo la “nostra” sigla, ma nessuna delle musiche dell’anime originale. Il nostro quindi diviene un modo di far sentire lo spirito di quel tema musicale, aggiornandolo alle tecniche di registrazione attuali. Abbiamo tenuto il focus sulla qualità, grazie allo studio Metropolis di Milano ed al fonico/producer Alessandro Marcantoni.

Arrivando un po’ al gruppo e facendo un piccolo passo indietro: come nasce l’idea del collettivo dei E-Wired Empathy?

Nasce da me, che sono un musicista-produttore che viene soprattutto dalla world music e dagli artisti Real World (casa discografica di Peter Gabriel) e da Luca Nobis che é il direttore didattico del CPM di Milano.

Ci eravamo trovati per alcune registrazioni e abbiamo visto che lavorando direttamente alla composizione in studio in modo “empatico” i risultati erano più agili e sostanzialmente vivi, quindi migliori. Poi oltre a diverse collaborazioni la formazione si é ampliata con Roberto Gualdi, che é attualmente anche il batterista di Roberto Vecchioni, e Valerio Combass Bruno degli Aprés la Classe. A nome del collettivo o mio e di Luca abbiamo realizzato al momento due album e un EP, oltre a diversi singoli e collaborazioni.

In questa “Tobe! Grendizer” suona anche Fabio Barbero, un bravissimo e giovane suonatore di sax che dai 17 anni, ora ne ha 20, ha suonato e tanto con l’orchestra di Moreno il Biondo e che grazie anche a quella scuola é già un professionista di grande affidabilità, oltre che musicista di grande sensibilità e quella é una sua dote personale. Il nome “E-Wired Empathy”invece era il titolo del nostro secondo album, dove suonavano anche Jeff Coffin della Dave Matthews e Gabin Dabiré, ed é stato correttamente Riccardo Vitanza a pensare di renderlo il nome del collettivo stesso.

Empatia, sperimentazione e fusione. Sono questi i vostri tratti distintivi?

Sì, in genere utilizziamo la musica come linguaggio per comunicare empaticamente con persone di altre provenienze geografiche, di culture, o anche solo di generi musicali, e funziona molto bene. Quindi questa fusione nei risultati é frutto del dialogo emotivo che si instaura semplicemente suonando.

Il vostro 2025 si apre con questo omaggio, ma cos’altro dobbiamo aspettarci da voi?

Ad inizio Marzo uscirà “The Fermi Paradox”, un lavoro che ho realizzato con David Rhodes, chitarrista di Peter Gabriel, Jeff Coffin, diversi musicisti E-Wired e alcuni astrofisici del JPL della NASA. E’ un viaggio musicale attraverso diversi concetti scientifici legati allo spazio e alle onde gravitazionali.
Nel contempo stiamo continuando a lavorare con Moreno “il Biondo” Conficconi per un’evoluzione del liscio e della  Musica Popolare Italiana con diversi ospiti da diverse regioni e il sostegno della Music Commission della Regione Emilia Romagna. Anche per questo progetto usciranno almeno due singoli nella prima metà dell’anno.