Tra i nuovi talenti della scena musicale italiana, troviamo anche Daemia grazie all’uscita del suo primo album dal titolo “Bluedo” (etichetta Arealive srl / distribuzione Believe) e che vede la presenza di Stefano “Juno” Bruno, come produttore e arrangiatore. Un album New-soul e Contemporary R&B con influenze hip-hop, funk ed elettronica. Insomma, un album dal respiro internazionale e non facilmente collocabile nel mercato nostrano. Ricco di spunti di riflessioni e analisi, per una continua investigazione e ricerca sulla propria natura e sulla propria crescita personale, questo è uno di quei progetti nella quale tutti si possono ritrovare.
Un album dal sound deciso, ma con una dualità presente e che permette all’ascoltatore di viaggiare e di vivere appieno l’emozione, la spensieratezza, la riflessività e l’esperienza dell’esistenza. Proprio come nella vita, con i suoi alti e i bassi, con la sua energia e i momenti di tranquillità. Insomma, un’opera prima di assoluto valore e che lo stesso Daemia ci ha raccontato in questa intervista.
Partirei subito con questo tuo album “Bluedo”, che se non sbaglio è il primo. Cosa ci puoi raccontare di questo progetto?
«Questo album contiene canzoni scritte tra il gennaio del 2021 e il settembre del 2022. Tranne “Abitudine” che ho scritto molto prima. Inizialmente non doveva esserci l’album, avevamo pensato solo di far uscire i brani singolarmente e solo in un secondo momento un EP. In seguito però, ci siamo resi conto di avere tanto materiale e avendo lavorato in studio con grande trasporto, abbiamo deciso di mettere insieme il tutto e di dare vita a “Bluedo”. Quella dell’album è stata una scelta graduale e non pensata».
Come mai la scelta di questo titolo “Bluedo”?
«La Bluedo si riferisce al blu alchemico, ovvero rappresenta la “sottofase” alchemica che alcuni studiosi hanno agganciato al concetto di crescita psicologica. Siccome ho vissuto la nascita di questo album come ad un processo di crescita personale e di elevazione per arrivare ad un livello nuovo di consapevolezza, insieme al mio team abbiamo scelto di chiamare l’album “Bluedo”. Insomma, attualmente mi sento in una zona di passaggio tra la notte e l’alba. Tra la mia crescita artistica e questo primo album. Inoltre, c’è anche un assonanza con il cluedo, infatti in quest’album è presente anche un processo di investigazione interiore e per finire, il blu è il mio colore preferito e all’interno ci sono riferimenti blues. Insomma, mi ha preso e affascinato da subito questo titolo!»
Una crescita personale e la creazione di un album imprevisto. Immagino una grande emozione verso questo tuo primo progetto?
«Le emozioni sono state tante e importanti. Ho provato grandi sensazioni nella scrittura e nella fase in studio. Abbiamo sperimentato parecchio ed è stato emozionante. È stato bello anche avere tra le mani la copia fisica di “Bluedo”».
In questo album si sentono le influenze blues, R&B e New-Soul, ma possiamo considerare questo più un progetto da mercato estero e dalle sonorità internazionali, piuttosto che nostrane?
«L’obiettivo era quello di avere un sound più internazionale, creare un qualcosa che avesse una certa originalità. Abbiamo pensato poco all’appetibilità del mercato italiano, nonostante ci siano validissimi interpreti di questi generi anche in Italia. Tuttavia, nell’album sono presenti anche elementi della musica italiana, in questo progetto infatti è importante per me la matrice cantautorale. In questo album è presente un mix tra la mia cultura musicale italiana e la mia cultura musicale internazionale».
Un album che racconta la tua crescita personale e artistica e che investiga sulle emozioni interne. È un progetto dove anche altre persone ci si possono ritrovare?
«Certamente! Proprio perché tutti noi esseri umani siamo simili e che tutti tendiamo verso un qualcosa, che sia la crescita personale o uno sviluppo delle proprie emozioni, sono contento se anche altre persone possano ritrovarsi in questi miei brani. Mi piace raccontare quello che sento e che vivo e credo che in molti possano identificarsi. Volevo creare un ponte tra me e le persone».
Nell’album troviamo anche due anime musicali abbastanza diverse, canzoni ritmate e canzoni più tranquille. Ma queste che troviamo, sono anche le tue due anime?
«Assolutamente sì! Una persona presenta molti lati di sé e spesso non esprimono tutto. Quindi sì, ho mostrato due lati di me, anche perché nella vita ci sono momenti di grande euforia e felicità e momenti di riflessione. L’esistenza delle persone non è piatta, ma presenta varie sfaccettature e momenti energici diversi. La dualità di questo album era importante per me»
C’è stato un momento, una canzone o un episodio che ti ha fatto capire che questo progetto era pronto?
«Sicuramente quando “No eh? Va be’” è finita in una delle playlist di Spotify e in quel momento lì, nonostante fosse solo l’inizio, abbiamo avuto un bell’impatto e un bell’inizio. È stato un bel riconoscimento. Per un artista l’album non sarà mai pronto, c’è sempre il dubbio. Però, alla fine, quando sei in studio, capisci l’entusiasmo e arriva la voglia di far ascoltare un qualcosa di tuo alle persone».
Il 2022 sta per finire, ma cosa ti aspetti dal 2023?
«Il 2022 è stato un anno positivo per me, abbiamo lavorato tanto per questo progetto e per questo album. Sono soddisfatto per questo risultato e sono orgoglioso per questo lavoro. Per il 2023 spero di riuscire a portare quest’album in giro. Stiamo già lavorando per la versione live di questi brani. C’è tanto materiale e credo che uscirà anche nuova musica».