Francesco Maria Gallo è tornato con un nuovo e incredibile progetto dal sapore rock, ma con la classica connotazione letteraria. “Orlando Opera Rock” è il concept album tratto dall’omonimo romanzo di Virginia Woolf e che narra la storia dell’umanità in chiave rock. 13 tracce che raccontano il percorso musicale e lirico di un Orlando inedito, raccontato da Francesco Maria Gallo attraverso sonorità tipiche del rock e del progressive e con la drammaticità tipica dell’opera letteraria di Virginia Woolf. Lo abbiamo raggiunto per una piacevole chiacchierata per farci raccontare il suo “Orlando Opera Rock”.
Come stai dopo l’uscita di questo nuovo progetto?
«Sto bene! È come se fossi appena uscito da un sogno o da una sorta di trip. Quest’opera rock è un viaggio realizzato con Orlando e grazie virginia Woolf. Questo viaggio mi ha insegnato quanto dobbiamo cambiare per rendere il nostro mondo un posto migliore. Per quanto mi riguarda, cercherò di fare la mia parte».
Come nasce l’idea di ripartire da un romanzo come quello di Virginia Woolf per questa opera?
«Innanzitutto adoro Virginia Woolf, è una delle mie scrittici preferite. Questa è la mia seconda Opera Rock, dopo l’inferno di Dante. Se nella mia Opera Rock su l’inferno c’è il dramma delle persone condannate ingiustamente e poste all’inferno dal sommo poeta. Con Orlando Opera Rock racconto invece il dramma che vive l’intera umanità e tutta quella serie di eventi che hanno cambiato il mondo. Ho scoperto il romanzo Orlando negli anni 80 e mi ha dato modo di riflettere sul passato e sulla vita futura. Quello che mi ha colpito di Virginia, è la sua autonomia sulla politica imperiale e su la sua idea della società vittoriana. Con una scrittura travolgente, di continua ricerca di umanità e con un’esaltazione della diversità. Un libero pensiero che prende forma attraverso l’atto creativo. Così prende forma il mio viaggio onirico e musicale che mi ha condotto alla scrittura rock».
Immagino che per realizzare un progetto del genere, ci voglia molto tempo…
«Creare un ponte tra rock e letteratura presuppone un lavoro lunghissimo, una passione certosina e una ricerca di un linguaggio che abbracci diverse generazioni. Già per Inferno Opera Rock il lavoro fu lungo – era la mia tesi al DAMS – e ho iniziato a lavorarci negli anni 90, anche se poi l’ho lasciato nel cassetto per un po’ di tempo. Ad Orlando ho lavorato circa 10 anni, anche perché prima della pubblicazione e del completamento del progetto ci sono stati tanti momenti di ricerca, di viaggi e di studio. Oltre che un lavoro onirico, per me è anche un percorso reale».
C’è un brano che più di tutti può rappresentare questo concept?
«Forse, potrei dire “Il silenzio sa dire”, che l’ho pensato e l’ho dedicato all’omicidio di Giorgio Ambrosoli. Questo dimostra quanto il genere distrugge l’umanità. Per la parte dell’ecologia e della salvaguardia del pianeta, sceglierei invece “Amore radioattivo” ».
Che tipo di ascolto consigli per questo album?
«Non è un album da sottofondo o da passeggio, ma richiede impegno. Forse anche lo stesso impegno che ci ho messo a realizzare questo progetto. In un momento dove l’industria musicale va in una determinata direzione, con questo album voglio realizzare una sorta di rivoluzione culturale. Fatta di attenzione e impegno».
Come sarà l’estate musicale di Orlando Opera Rock?
«L’allestimento di Orlando partirà da gennaio, al momento stiamo finendo con Inferno Opera Rock. Faremo però qualcosa per portare in giro questo progetto, ma preferisco l’atmosfera dei teatri. Anche perché abbiamo bisogno di scenografie particolari e il pubblico si deve ambientare al viaggio. Ci stiamo organizzando per questo inverno».
Celentano anni fa divideva le cose in rock e lento. Visto che per le tue Opere Rock hai ripreso degli scritti importanti, possiamo dire che la letteratura è rock?
«Assolutamente sì!»
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