Giacomo Riggi: «Queste 11 finestre sono alcune delle cose che sono e che mi caratterizzano»

Quello proposto da Giacomo Riggi è un vero e proprio progetto dal sapore internazionale. “11 Windows” (Sun Village Records / Believe) è il titolo di questo ultimo album, un lavoro impegnato, profondo e che mette in mostra tutta la bravura e il talento del giovane cantautore e compositore toscano. 11 i brani presenti nell’album, proprio come le finestre che Riggi cerca di rappresentare e con cui cerca di raccontarsi attraverso la sua versatilità musicale, le varie sonorità e le lingue differenti (partendo dalla lingua italiana, passando per lo spagnolo e finendo con l’inglese). Insomma, un album adatto a tutti, completo, ricco, variegato e da far invidia alla scena musicale nazionale e internazionale. Ed è proprio Giacomo Riggi a raccontare a noi di “11 Windows”, il suo quinto lavoro discografico e secondo di taglio cantautorale.

Ciao Giacomo, innanzitutto come stai?

«Tante cose da fare, progettare e organizzare, quindi direi che sto bene!»

“11 Windows” è il tuo ultimo lavoro discografico. Cosa ci puoi dire di questo lavoro dal sapore internazionale?

«Concordo con la parola “internazionale” innanzitutto, diversi stili musicali, diverse sonorità e diverse lingue. Non mi sono messo a pensare al mercato di oggi, a cosa funzionerebbe di più, a cosa le persone piace ascoltare, non lo faccio mai onestamente (e forse sbaglio ahaha), se è un disco internazionale è perché mi sento io stesso internazionale, amo girare tanto, fare cose diverse allontanando la noia, conoscere nuove culture e persone; con il tempo tutte queste cose sono entrate dentro di me e le ho lentamente buttate fuori scrivendo queste canzoni».

Giacomo Riggi
Giacomo Riggi

In questo album troviamo una serie di finestre che ci fanno affacciare su quello che è il tuo mondo e la tua musica. Cosa speri che si veda da queste finestre?

«Spero si capisca o quantomeno si percepisca chi sono anche nella vita quotidiana, quando desidero che una persona mi conosca meglio le chiedo di ascoltare qualche mia musica, è il mio vero mezzo di comunicazione e di libertà. Queste 11 finestre sono alcune delle cose che sono e che mi caratterizzano, ho scelto l’11 perché è sempre stato un numero importante per me e finalmente gli ho dedicato un intero disco».

Un disco fatto di suoni e di collaborazioni internazionali. Ma per un artista come te, quanto è importante mescolare le culture e fare nuovi incontri per creare la tua musica?

«È assolutamente fondamentale! Mescolare culture e fare nuovi incontri significa ricevere stimoli, significa fare tesoro di tutte quelle cose che altrimenti sarebbero rimaste sconosciute. Ovviamente ci sono periodi nei quali questi stimoli esterni vengono a mancare, e in quel caso mi attivo e cerco di stimolarmi da solo, creando progetti e sviluppando idee, cercando di mantenere forte l’immaginazione e la curiosità».

Giacomo RIggi
Giacomo Riggi

In “11 Windows” troviamo anche la tua grande versatilità musicale. Come nasce questo tuo amore per la musica?

«Sono nato e cresciuto in una famiglia di musicisti, casa nostra era continuamente piena di musica e di artisti. Ascoltavo nonno Tony e nonna Anna suonare insieme vecchi standard di jazz e adoravo ascoltare mamma mentre suonava la “Patetica” di Beethoven. Imparai a memoria tutto il disco “Frank Sinatra Duet Vol. I” e cantavo di fronte ad amici e familiari quando avevo 10 anni circa. Poi mi sono avvicinato alla musica classica e alle percussioni cominciando a studiare in conservatorio, da lì l’amore per la musica è stato un crescendo meraviglioso».

L’amore, seppur con diverse sfaccettature, mi sembra centrale in molti dei brani. Ma cos’è per te l’amore?

«In tutta franchezza NON NE HO IDEA! L’amore è fatto di troppe cose e muta in continuazione, senza contare che ci sono molteplici tipi di amore, basti pensare all’amore per una compagna o l’amore per una madre o ancora l’amore per un cane! Se dovessi comunque descriverlo, direi che l’amore esige rispetto e sincerità».

“You Know I Will” è stato il brano che ha anticipato questo tuo progetto. Come mai questa scelta?

«La verità nuda e cruda è che inizialmente avevo pianificato di far uscire un secondo singolo di uno dei brani in italiano, avrei voluto anticipare due canzoni opposte che facessero capire alle persone cosa aspettarsi. Per una serie di motivi non sono riuscito in questo intento e “You know I will” ha avuto la precedenza».

Giacomo Riggi – “You know i will”

La tracklist è composta da 11 brani, ma c’è un brano più rappresentativo?

«Non credo, no. Ogni brano ha per me la stessa valenza».

Uno dei brani che mi ha colpito di più è “Chissà se ascolterai”. Dove c’è un padre che parla con questo/a figlio/a non ancora nato/a e dove si percepisce la gioia dell’attesa, il volergli mostrare quello che sta vedendo e vivendo lui e forse anche il timore di diventare genitore e del futuro che lo attende. Ma cosa rappresenta per te questo brano?

«Credo rappresenti il mio desiderio di essere padre un giorno e allo stesso tempo della paura di diventarlo davvero. Ho immaginato quello che probabilmente sentirei se mi accadesse».

Questa è l’estate del ritorno alla musica live, covid e varianti varie permettendo… ma come sarà la tua estate musicale?

«La mia estate musicale sarà piena di cose, di concerti e di organizzazione. Suonerò sia progetti miei che in collaborazione con Carolina Bubbico e i C’mon Tigre, porterò avanti il primo festival “Suoni delle Corti” che avrà luogo nel nostro agriturismo di famiglia a Castellanselmo in provincia di Livorno, studierò la “Lyric suite for sextet” di Chick Corea per eseguirla in Germania il prossimo inverno e aspetto con ansia l’uscita della “Gary Burton Solos Collection”, una raccolta di trascrizioni fatte da me che uscirà per la casa editrice americana “HoneyRock Publishing” con una bellissima prefazione dello stesso Gary Burton della quale vado molto fiero».

Dopo questo album, qual è il sogno nel cassetto di Giacomo Riggi?

«Continuare a scrivere nuova musica e sentirla eseguire da ensemble e orchestre in giro per il mondo».

Foto copertina – Ph Carolina Rapezzi

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