Giovanni Neve: «“Premi Play” l’ho scritto in un periodo in cui ero solo e avevo bisogno di un un richiamo all’amore»

Giovanni Neve è uno dei talenti del nuovo pop italiano. Un cantautore capace di raccontare con grande maestria e semplicità l’amore, ma non solo nella situazione di gioia ed emozione, ma anche nella sua realtà più difficile e cruda. “Premi Play” è il disco d’esordio del giovane cantautore, che è già stato presentato con i singoli “Camini”, “Astronavi da crociera”, “Te quiero mama” e “Timbrami le labbra”. Il giovane e talentuoso artista si è così raccontato a noi e ci ha raccontato il suo primo album.

Qui l’intervista con Giovanni Neve per “Premi Play”

Non ti chiedo il perché del nome, anche perché so che te l’hanno chiesto tante volte, quindi, visto gli ultimi due anni, ti chiedo come stai?

«Sarei bugiardo se dicessi che sto bene, anche se sono carico e molto soddisfatto per l’uscita dell’album. Non posso però godermi appieno la gioia e la spensieratezza, visto tutta la situazione che abbiamo vissuto e visto lo scenario che si sta creando. Non ci lascia liberi mentalmente questo periodo. Per quanto mi riguarda sono molto soddisfatto, ma spero che tutta la situazione in si risolvi il prima possibile».

È uscito il tuo disco d’esordio dal titolo “Premi Play”, hai già presentato alcuni singoli, ma cosa ci puoi raccontare di questo album?

«Posso dirti che è un’emozione grande, anche perché è un lavoro che affonda le sue radici nel 2018. La prima canzone che abbiamo registrato è “Tirami le labbra” che poi è stato l’ultimo dei singoli usciti. Ci sono stati anni di lavoro su questo progetto. Ovvio che tutta la situazione Covid ha rallentato il tutto, inoltre nel mezzo ci sono state anche altre situazioni personali e a livello manageriale. Tante situazioni che hanno bloccato inizialmente l’uscita del disco. Questo album è frutto di un lavoro lungo e duro, e secondo me sta ricevendo e riscuotendo il successo che merita».

Qual è l’emozione che si porta dietro questo disco d’esordio?

«L’emozione del primo album non si scorda mai, anche perché è il primo album di Giovani Neve ed è il primo di un progetto saldo e che spero possa durare nel tempo. Non so dirti che tipo di emozione è pero, anche perché è difficile identificarla. Sicuramente c’è molto entusiasmo e molta voglia di fare e di vivere questa esperienza».

Il titolo dell’album è “Premi Play”, come mai questo nome? E se lo dovessi presentare a quelli che non ti conoscono ancora, cosa gli racconteresti?

«Se qualcuno vuole  conoscermi, chiaramente, il consiglio è di ascoltare l’album, anche perché l’album riflette molto bene quello che è Giovanni Neve. Dentro c’è una storia d’amore, ma è un album per tutti, non solo per i romantici, ma anche per gli appassionati di vita. Anche perché comunque l’amore non è solo quello dolce e passionale, c’è la parte dell’amore più fragile, quello più sensibile, la parte nascosta e quella più intima che non è fatta solo di gioie. L’amore in tutti i suoi sensi, quello che muove la vita di ogni uomo, il saper soffrire e il saper lottare insieme. “Premi Play” l’ho scritto in un periodo in cui ero solo e avevo bisogno di un un richiamo all’amore. Questo album è un grido che dice: “voglio tornare ad amare”».

Giovanni Neve – ph. Umbertina Meschin

C’è un pezzo di più di tutti però rappresenta questo album?

«Le prime quattro canzoni sono quelle a cui sono più legato. Se però te ne devo dire una, direi “Tirami le labbra”. Anche perché è stata appunto la prima, è stato il mio approccio allo studio, alla vita da artista e alle notti insonni passate indietro a Logic (il programma usato ndr). Quindi la canzone che più identifica l’album secondo me è proprio “Tirami le labbra”, questo brano è l’anima del disco».

C’è qualcuno da ringraziare per questo per questo album?

«Ringrazio in primis la mia ragazza, che è stata ex prima di ritornare insieme e a cui dedico tutto l’album. Lei è la mia musa. Poi tutte le persone che da questa storia hanno visto che c’era del potenziale, quindi, se posso fare alcuni nomi direi Taketo Gohara e Fabio De Santis e poi tutte persone che hanno lavorato per la realizzazione di questo progetto che ancora mi fa emozionare».

Come nasce la tua passione per la musica?

«La mia relazione con la musica nasce da sempre, da quando sono nato, anche perché vivo in una famiglia numerosa, sono il quarto di sette figli e quindi le influenze musicali sono varie. Ricordo che mia madre da piccolo mi facevo ascoltare le cassette dei Beatles, mentre mio padre mi faceva ascoltare tutta la musica italiana. Io poi ho sempre frequentato gli ambienti ricreativi e oratoriali dove facevo spettacoli. Il mio rapporto con la musica nasce prima da ascoltatore e poi le vicende della vita mi hanno portato a scrivere musica».

Giovanni Neve – “Astronavi da crociera”

Come pensi possa essere recepito questo album dai tuoi fan?

«È una domanda difficile, anche perché in molti ascoltano solo quello che vorrebbero ascoltare e tante volte skippano la parte che non conoscono. A loro direi di aprire il cuore, di accettare tutto e di capire tutto quello che c’è nell’album. La speranza è che si concentrino sulle parole che vengono usate. Abbiamo rivisto i testi, contato le sillabe per far sì che suonasse tutto alla perfezione. Insomma, dietro c’è un gran lavoro. Anche perché il particolare fa la differenza».

Per il tour avete già qualche data?

«Non posso ancora spoilerare niente, ma presto uscirà una grafica con tutte le date. Comunque, ci saranno varie date tra la primavera e l’estate e in vari festival estivi, sagre di paese ecc. insomma saremo in giro e useremo i live per fare promozione del disco e portare la mia musica a tutti. Stiamo lavorando ad uno spettacolo completo, con qualche cenno filosofico e poetico».

Il disco d’esordio ormai è uscito, ma adesso quali sono gli obiettivi di Giovanni Neve?

«Di sogni ce ne sono a migliaia, anche perché io sono un sognatore. Il mio sogno più grande è quello di entrare nel cuore della gente e fare in modo che Giovanni Neve non sia solo un cantante, ma anche una voce, che nei tanti momenti nella vita può essere utile attraverso una canzone».

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