Il sogno di Malvina con Equus Lab

Amore, passione, desiderio e determinazione, così si potrebbe raccontare Equus Lab, il sogno di Malvina Abbattista. Un’ideale per una di quelle strutture nate per far viver gli animali in armonia, senza gabbie o recinzioni e con la possibilità di stare a contatto con l’uomo, in armonia e serenità. Una realtà che nasce a Castelbianco e che, nel giro di pochi anni, è diventata un luogo simbolo per la comunità e per tante persone.

Equus lab non è solo questo però, è anche un aiuto per molti pazienti. Un sostegno alla medicina tradizionale e con la possibilità di regalare momenti e attimi alle persone in difficoltà o meno fortunate. Un’alternativa per fuggire dalle ansie, dalle paure, dal declino della vita e dalla società che ci circonda. Insomma, un dovere morale quello per Malvinia, con l’obiettivo di regalare sorrisi e speranze e di creare uno spazio aperto a tutti e destinato a tutti.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica; anche perché, i sogni si scontrano spesso con la realtà e la realtà, per strutture come queste, è la presenza di una burocrazia lenta e farraginosa, soprattutto verso la tutela per gli animali. Negli ultimi tempi, ad esempio, diversi sono stati gli attacchi dei lupi; che fanno sentire impotenti e violati nella propria abitazione. Paure e rischi, che si alimentano anche con l’assenza di una vera programmazione di tutela da parte delle istituzioni.

Tuttavia, anche in situazioni come queste, c’è chi tende una mano e riesce ad aiutare. Infatti, dove non arrivano le istituzioni, arriva il buon cuore delle persone che, con una semplice donazione, riesce a ridare speranza e luce per il futuro. La donazione in questo caso, riguarda quella di un bel Pastore della Sila dal nome Rocco e dato in dono da un signore toscano, che venuto a conoscenza di questi attacchi, ha voluto regalare il suo cane a Malvina per proteggere la struttura. Insomma, un nuovo guardiano per tutelare Malvina e tutti i suoi animali.

Abbiamo così raggiunto Malvina per farci raccontare il suo sogno, il come è nato, l’utilità di una struttura del genere e per ascoltare il suo grido di speranza e di aiuto verso le istituzioni.

Ciao Malvina, è un piacere averti con noi. Inizierei chiedendoti come nasce il sogno di Equus Lab?

Questo sogno nasce da molto lontano, dal giardino di casa mia. Quel giardino che per me era un vero e proprio rifugio, il posto dove da piccola andavo quando ero felice o triste. Era per me un luogo di stabilità e tranquillità.

E come sei arrivata ad avere i primi animali?

Da piccola ero molto timida, non accettavo i regali, mi imbarazzavano. Tuttavia, intorno ai 6 anni, decisi di montare a cavallo e da lì è nato tutto. La mia esperienza agonistica, ma non solo; anche perché il mio istruttore mi ha fatto apprezzare i cavalli non solo dal punto di vista sportivo, ma anche dal punto di vista emotivo. Così, negli anni, i miei genitori, mi hanno comprato un’asina, che finì proprio in quel giardino. Agata (il suo nome ndr.) è con me da 28 anni e con lei è partito tutto.

Possiamo quindi dire che con Agata è nata l’idea di Equus Lab, ma com’è maturata però questa scelta negli anni?

Ad un certo punto della mia vita, quando sono tornata a casa dall’esercito (dopo 7 anni ndr.), mi sono resa conto che nel mondo civile mi sentivo persa. Così, sono voluta tornare indietro, sono tornata nel mio paese per ritrovare le mie certezze, sono tornata dove era stata felice Malvina. Quando sono rientrata, ho ritrovato la mia Agata invecchiata, e così, ho sentito la necessità di trovargli compagnia. Questo bisogno mi ha spinto a cercare un cavallino di piccole dimensioni, sia per comodità che per lo spazio a mia disposizione. Arrivato poi il primo cavallino, ho deciso di prenderne un altro, questa volta femmina, per non farlo sentire solo. Così è iniziato il mio vero percorso di allevamento.

E come è nata la funzione sociale di Equus Lab?

Durante il periodo covid, in tanti mi hanno scritto e mi sono ritrovata ad essere la persona più fortunata del mondo. Mentre gli altri erano chiusi in casa, io avevo la possibilità di poter stare a contatto con i miei animali. Così, anche grazie ai social, le persone mi hanno riconosciuto la fortuna di vivere in quel modo, ed è stato in quel momento, che con semplici videochiamate o attraverso post sui social, riuscivo a far star bene le persone. Nel mentre, su internet ho scoperto di un cavallo che accedeva in una clinica privata e faceva degli incontri con i malati. Così, usciti poi dalla pandemia, mi sono interessata a quelle persone che non potevano arrivare fin qui e tramite i miei zii, che hanno sempre lavorato in ambito ospedaliero, ho cercato di capire come poter accedere con gli animali negli ospedali.

Famosa è stata la passeggiata solidale con gli animali, è stata utile per riuscire a raggiungere le persone e le istituzioni ospedaliere?

Nessuno mi dava delle risposte all’inizio, in molti forse mi consideravano anche matta a pensare ad un’idea del genere. Così ho deciso di fare quello che l’essere umano ha sempre fatto nella storia per farsi ascoltare: ovvero scendere in strada! Non sono scesa con i megafoni, ma facendo una semplice passeggiata silenziosa con i miei animali, da casa mia fino ad Albenga, passando davanti all’ospedale. La cosa meravigliosa; è stata la presenza di tantissime persone che si sono aggregate a noi, anche solo per pochi metri. È stato bellissimo vedere questa partecipazione, e da lì sono poi iniziate altre cose stupende. Infatti, le strutture sanitarie hanno iniziato a chiamare e così è iniziato il tour di Equus Lab all’interno degli ospedali.

Qual è la responsabilità maggiore che si nasconde nell’incontro tra animali e pazienti?

Diverse sono le responsabilità. Una su tutte è la responsabilità di preparare l’animale e capire quali predisposizioni ha per avvicinarsi all’essere umano. Poi capire l’attitudine dell’animale e se è adatto all’ambiente in cui dobbiamo portarlo. C’è inoltre la responsabilità morale che nasce con i pazienti, nel momento in cui arrivi e soprattutto nel momento in cui vai via.

Ultimamente però avete avuto anche delle problematiche con la presenza dei lupi nel territorio. Una preoccupazione in più, specie nel tutelare gli animali…

La prima cosa che voglio dire: è che io sono contro l’abbattimento dei lupi! Io sono per il controllo e la tutela di questi animali. Però ci deve essere un controllo serio e adeguato da parte delle istituzioni! Non possiamo rimanere soli e abbandonati per l’immobilismo di certe situazioni.

C’è un appello che ti senti di fare?

Spero che quante più persone si rendano conto di cosa voglia dire essere attaccati dai lupi: a livello affettivo, a livello economico e a livello pratico. Il lupo crea scompiglio, nella giornata di un allevatore e nell’equilibrio psicologico degli animali predati. Spero che ci sia veramente una forma di controllo e di tutela, per questo problema causato dall’uomo. Il lupo deve esistere, come ogni animale, ma è giusto che venga controllato e devono esserci  degli strumenti per proteggerci e delle persone da contattare, servono dei piani regolatori per questi animali. Serve una campagna di sensibilizzazione, non solo nell’avvisare se c’è o non c’è, ma serve sapere il cosa fare se si vede un lupo.

Cosa chiedi alle istituzioni?

La cosa peggiore e più spaventosa di tutta questa storia, non è solo la predazione, ma il sentirsi soli; anche perché le istituzioni non ti tutelano e l’opinione pubblica è molto confusa sul tema, anche grazie alla presenza di cattiva informazione e degli animalisti compulsivi. Il mio grido di aiuto è: non lasciateci soli!

In conclusione: cosa speri per il futuro di Equus Lab?

In tanti avrebbero da ridire su quello che spero di fare per il futuro di Equus Lab (ride ndr.). Quello però che spero, è di continuare a inseguire questo sogno. Capisco che non è facile, che ci vuole tanto sacrificio, tanti soldi e tanto lavoro. Farò i salti mortali per i miei animali e per portare avanti questo progetto.

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