Il nome di Iskra Menarini è uno di quei nomi che rimarranno impressi nella storia della canzone italiana. Per 25 anni è stata la voce, l’amica, la confidente e la famiglia di Lucio Dalla. Artista con la A maiuscola e con una vocalità da far invidia a tante colleghe anche più giovani. L’artista emiliana è tornata con un vero omaggio a Dalla, un album dal titolo “Lucio dove vai? Io sono qui!” per PlayAudio/Azzurra Music e attualmente in rotazione radiofonica con il brano “Stella di mare”. Un vero atto d’amore per Dalla, perché 25 anni sono tanti e nel decennale della scomparsa è forse l’artista più adatta a ricordarlo e omaggiarlo come giusto che sia.
Con la voce strozzata dai ricordi, ma riconoscibilissima dalla timbrica, Iskra ha raccontato il nuovo album e il rapporto con Lucio, tra aneddoti e storie di 25 anni di vita insieme e come in un matrimonio, si può parlare di vere nozze d’argento per loro.
Ciao Iskra, innanzitutto come stai?
«Sto bene, anche se è chiaro che nella vita ci sono sempre dei punti che pungono ed è inutile rimuginarci sopra».
“Lucio dove vai? Io sono qui” cosa rappresenta per te?
«Questa compilation è stata voluta da Marco Rossi dell’etichetta Azzurra Music. Lui mi ha proposto questa cosa e io ho cercato di entrare nel mondo di Lucio, pur cantando alla mia marniera, ma rispettando quello che avrebbe voluto lui. Spero che vada bene anche se ho già ottenuto dei feedback molto positivi. Io uso molto il cuore quando canto e Lucio me lo diceva sempre, spero che anche in questo progetto si senta il cuore. Purtroppo per motivi personali non sono potuta andare nella sua ultima tournée e da lì ricevevo i suoi messaggi: “Mi manchi… mi giro e non ci sei”. Però non ha fatto in tempo a tornare e anch’io per un po’ mi sono fermata».
La scelta della tracklist mi ha incuriosito. Come mai la scelta di queste canzoni?
«Non so dare una risposta. Anche perché non è stata facile la scelta dei brani, ma ad un certo punto mi sono detta: “Iskra, scegli e parti!”. Così ho cercato le canzoni che in qualche modo me lo ricordassero e le ho interpretate sapendo come le avrebbe fatte lui, come in “4/3/1943” dove abbiamo deciso di fare un reggae. Credo che sarebbe piaciuta questa versione a Lucio».
Nell’album c’è un brano che personalmente adoro, “Le rondini” e che tu reinterpreti in modo particolare ma con un grande cuore…
«Questo brano mi ricorda di quando andavo a casa sua e mi indicava le rondini che volavano su Bologna. Ed era strano il loro volo in città, anche perché in teoria le rondini stanno prevalentemente in campagna. Così, memore di questo ricordo, ho voluto fare questo brano, e reinterpretarlo in questo modo, che sono sicura che Lucio avrebbe amato. Lui per me è diventato una rondine ed è volato via».
Nell’album c’è anche “L’uomo infinito”, il tuo personalissimo omaggio a Dalla…
«Lui era genio e in questo brano ho voluto raccontare proprio il suo essere infinito».
C’è una canzone alla quale sei più legata e che quando la canti senti ancora Lucio vicino?
«”Amore disperato” che poi è diventato anche un musical. Anche dietro questo brano c’è una storia tutta particolare. Praticamente, Lucio mi fece una sorta di provino per questo brano, che è una canzone difficilissima, e mi fece cantare da una altezza di 4 metri, ma solo perché si divertiva a vedere le mie reazioni. Però, da lì in poi, ho sempre cantato io quel brano, anche se poi lui lo ha fatto cantare anche a Mina. Questo è un brano molto particolare che o lo denigri o ti piace. Secondo me, “Amore disperato”, è la dimostrazione di come Lucio sia sempre stato avanti, anche quando parlava di amore, lui era sempre avanti. Quando scriveva, lui andava oltre e questa era la sua grande forza».
Qual è l’insegnamento più grande che ti ha lasciato Lucio?
«Ho imparato tanto da Lucio, lui era un folle geniale. Poi era bravissimo a dire le bugie, ogni volta che mi presentava diceva sempre che io ero la più brava. Una volta mi sono stufata e glielo ho detto e sai cosa mi rispose: “ma se lo dico io, poi ci crederanno tutti”. Però Lucio mi diceva di non guardare al talento, ma che bisognava buttarsi per cercare di ottenere quello che si voleva e non quello che volevano gli altri. Questo è stato forse l’insegnamento più grande di Lucio».
Come fu l’incontro iniziale Lucio?
«Il nostro incontro è avvenuto grazie a Gaetano Curreri. Io cantavo in una band, le 5 lire e lui mi presentò a Lucio. Ricordo che mi fece un provino e che c’era anche Gianni Morandi, perché dovevano partire per il tour Dalla-Morandi. All’inizio mi sono trovata un po’ così con lui, ma poi ho visto e vissuto il mondo. In tutti i concerti lui mi faceva cantare grandi canzoni, mi sono davvero divertita grazie a lui».
Un aneddoto legato al vostro lungo rapporto?
«Ce ne sono tanti di aneddoti vissuti. Quando studiavamo il balletto di “Attenti al lupo”, eravamo in due e lui mi tirava una scarpa quando facevo un errore, ma piano piano ho imparato a schivare le sue scarpe. Poi tante volte Lucio mi chiamava e mi invitava a casa sua in piena notte, anche perché lui amava lavorare e fare i dischi di notte. Io abitavo in campagna e spesso dovevo andare a Bologna di notte perché c’erano altri musicisti a suonare con lui. Gli ho fatto tanta compagnia e insieme abbiamo riso tantissimo, ecco forse è questo l’aneddoto più grande del nostro rapporto».
Di curiosità e particolarità su Lucio ne conoscerai tantissime. Ce né qualcuna che vuoi condividere?
«Una volta annullò un concerto in Canada perché ascoltò una sensitiva che gli sconsigliò di partire (ride ndr.). Dovevamo partire in aereo e alla stazione di Roma lui ricevette una telefonata da questa sensitiva che gli diceva di non partire più. Lucio riuscì a trovare una scusa e alla fine non partimmo».
Nel 2009 hai partecipato a Sanremo tra le nuove proposte con il brano “Quasi amore”. Come avvenne quell’esperienza?
«Nel 2009 Lucio era ospite al Sanremo di Paolo Bonolis e ad una cena, lui mi disse di avermi iscritta al Festival, ma senza avere ancora un brano pronto. Nel giro di poco tempo ha scritto il brano “Quasi amore” con Roberto Costa. Un brano bellissimo.! Quando poi siamo tornati a Sanremo, ho scoperto che avrei dovuto partecipare ma nella categoria delle nuove proposte. Per me fu la follia, ma quando era Lucio a regalare quella follia eri sereno, anche perché Lucio era geniale in queste situazioni».
Quindi fu proprio Dalla a spingere per questa tua partecipazione?
«Certamente! E per me fu veramente uno shock andare a Sanremo e stare in mezzo a ragazzi che avevano la metà dei miei anni. Però il brano era meraviglio e poi Lucio ha cantato con me la terza sera. È stata una bellissima esperienza. Quello con Lucio è stato un grande viaggio che non dimenticherò mai».
Dopo due anni per il settore del live sembra esserci una boccata d’ossigeno. Hai già pronta delle date per portare in giro il tuo album omaggio?
«Ho già pronte tante date e non vedo l’ora di cantare. Il 21 giugno sarò a Saint Vincent, il 26 giugno a Castel Maggiore, il 20 luglio a Viterbo, il 27 agosto a Monghidoro e poi tante altre date. Sono molto contenta di andare a cantare al Casinò di Saint Vincent che è un posto bellissimo, poi a Bologna il 10 luglio sarò al Bilionaire che è un altro posto bellissimo. Poi di recente ho cantato anche al Bravo Caffè. Tornare a suonare è fentastico».
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