Margò Volo: «Grazia è il mio corpo e il mio corpo è Grazia»

Una scatenata Margò Volo è la protagonista di “In Stato di Grazia”, uno degli spettacoli selezionati per la quarta edizione del Fringe Festival MilanOff 2022. Un one-women-comedy che vede Margò cimentarsi in un monologo scritto da Tobia Rossi, con la regia di Chiara Valli, assistente alla regia Mariano Jaime, assistente di produzione Giuseppe di Falco e con l’amichevole consulenza di Eraldo Moretto e che vede la produzione GerliMusic Production.

Ironia e autoironia, tabù e pregiudizi, libertà sessuale e coscienza di sé, sono solo alcuni dei temi che Margò Volo tocca con il suo spettacolo. Un momento di libertà e di emancipazione per Grazia (il personaggio principale della storia), verso quei temi considerati intrattabili perché ricchi di imbarazzo e preconcetti. A dare maggior impatto alla protagonista – oltre che l’assunzione di un farmaco simile al viagra – anche un messaggio verso tutte quelle donne che vivono di blocchi imposti dalla società o auto imposti dai pregiudizi.

Lo spettacolo sarà in scena alla Fabbrica di Lampadine in quattro repliche: giovedì 29 settembre alle ore 21,30, venerdì 30 settembre alle 17.30, sabato 1° ottobre alle 19.30 e domenica 2 ottobre alle 21.30. 4 appuntamenti imperdibili con Margò Volo “In Stato di Grazia”.

A raccontare lo spettacolo è la stessa Margò, che ci ha aiutato anche a capire meglio Grazia, il personaggio che porterà in scena “In Stato di Grazia”.

Margò Volo in “In stato di Grazia” – Foto © Alberto Mori

Ciao Margò, come stai?

«Questo è un momento di rinascita. Una rivalorizzazione di noi stessi e di quello che facciamo. Le privazioni e le deprivazioni, sia in campo fisico che spirituale, che abbiamo vissuto, portano sempre ad una maggiore consapevolezza di ciò che noi abbiamo, che facciamo e di chi siamo. In questo periodo è quindi emersa un maggior valore nell’arte, un identità artistica e anche la volontà di far divertire le persone. Come avviene anche con il mio spettacolo, non dare nulla per scontato perché tutto è necessario».

Hai accennato al tuo spettacolo, ma cosa ci dobbiamo aspettare da “In stato di Grazia”?

«È uno spettacolo comedy, anche se presenta dei momenti di forte tensione emotiva e grande dramma. Con Tobia Rossi (l’autore del monologo ndr.) attraversiamo tutti gli stili, ma la direzione principale e la struttura resta quella comedy».

La libertà è l’essenza di questo spettacolo. Andare contro i tabù e i pregiudizi legati al sesso e raccontarli in un monologo teatrale non dev’essere facile...

«Sicuramente! Non è facile scrivere un monologo così e non è facile interpretare un personaggio del genere. Però è un progetto coraggioso. Io vado in scena così come sono, Grazia è il mio corpo e il mio corpo è Grazia, con tutte le sue forme. È fortemente identitario il personaggio di Grazia. Lei vive così com’è e così com’è la vive il pubblico».

Uno spettacolo che dà coraggio e – come detto – parla di libertà, ma possiamo quindi dire che questo spettacolo è per tutte le donne perché parla di una donna reale?

«Certo! Grazia è una persona vera. Tobia mi ha guidato all’interno della sua scrittura e ha colto anche le mie intuizioni interpretative. Grazia è una persona vera, e proprio questa verità è la bellezza del personaggio. C’è sicuramente un’identificazione, infatti tantissime donne e tantissime mie amiche si sono identificate in lei. Grazia fa accendere un qualcosa e lo si capisce dalle risate e dagli applausi del pubblico. Lei rappresenta l’originalità di essere se stessi e di condividere il vero io con tutti, nonostante tutte le forme e tutte le scelte. Essere assertivi e non provocatori. Insomma, essere se stessi e quindi il voler essere rispettate per ciò che si è e non per come si dovrebbe essere».

Ma oltre all’accettazione fisica, questa storia mi sembra di capire che richieda anche un’accettazione mentale e spirituale. Nello spettacolo c’è questa evoluzione del personaggio – legata anche all’assunzione di un farmaco stimolante – che porta infatti il personaggio di Grazia dall’essere una donna più “rigida” a diventare “libera” e “smaliziata”. Quindi, possiamo dire che oltre al fisico c’è una consapevolezza anche mentale?

«Sì, esatto! Accade un qualcosa che è impattante rispetto al suo pensiero. Sul come si percepisce, sulla sensazione che ha nel corpo e che trasferisce nel pensiero. Cambia il suo pensare, la sua ragione e il suo modo di accettarsi, ma cambia anche il modo di vedere il mondo e di proporsi agli altri. Lei diventa uno strumento, il suo corpo diventa uno strumento di libertà. Grazia, però, non fa solo una scelta fisica, ma fa una scelta intellettuale. È la sua mente che accetta e rielabora ciò che le accade, perché lei ha lo strumento per farlo e parla a nome di chi non può o non capisce. Lei parla a tutti e lì esorta ad accettarsi per quello che sono».

Margò Volo in “In stato di Grazia” – Foto © Alberto Mori

La forza di Grazia sta anche nell’affrontare certi temi, nonostante il suo essere donna e il suo venir messa alla gogna…

«Lei viene strumentalizzata. Le persone prima la accusavano di essere bacchettona, perbenista, oppressa; mentre poi non vanno a sopportare il cambiamento e l’accusano di essere l’opposto. La fanno diventare la cattiva della situazione. Grazia viene messa alla gogna da persone che sono state aizzate proprio contro di lei. Quando poi viene accusata, il tutto diventa come una caccia alle streghe, ma fortunatamente, viene salvata dai suoi studenti che la difendono, che la aiutano e che si sentono cresciuti grazie a lei, che hanno capito di potersi evolvere e che non si devono fermare davanti i fallimenti. La donna che tratta determinati argomenti è pericolosa e come una strega viene messa al “rogo”».

Ma quello tra te e Tobia è anche un incontro generazionale e di visioni?

«Certamente! Tra Tobia e me c’è questo incontro generazionale. Ci siamo incontrati in un luogo dove l’età non c’è, dove il suo pensiero aperto, personale e ricco di sfumature, ha fatto risuonare in me tante suggestioni. Come disse Janusz Korczak: “Quando un bambino ed io giochiamo, abbiamo la stessa età”. Però non dice che età (ride ndr.). Ecco, quando le nostre due generazioni si sono incontrate, rivelandosi, è stato un arricchimento incredibile per entrambi. C’è una grande comprensione e alchimia tra noi. Entrambi siamo completamente aperti all’altro. Una fiducia cieca, una collaborazione organica e questo è un privilegio raro. L’incontro bello è anche nelle differenze, lui giovane uomo e io donna matura. C’è quindi una dolcezza reciproca, un grande rispetto e una stima corrisposta. Io ho la fortuna di aver già vissuto la sua età, ma lui non ancora la mia. Sono stata fortunata ad aver conosciuto Tobia».

“In stato di Grazia” è stato selezionato per il Fringe Festival MilanOff 2022, ma qual è l’importanza di avere questi festival per il teatro?

«Secondo me dovrebbero sempre esserci questi eventi. Il festival dovrebbe essere la normalità, l’occasione di confrontarsi con tutti gli altri e con tanta bellezza. Come attrice è una gioia poter lavorare e condividere la stessa passione con altre compagnie, con idee, talenti, visioni e incontri. Questo è un festival diffuso e presente in più parti a Milano. In questi eventi si scoprono bellissime realtà piccole, micro-palchi all’interno di musei o in scuole di musical, o posti meravigliosi come la Fabbrica di Lampadine, dove mi esibirò in 4 repliche, che è uno spazio meraviglioso, pazzesco e attrezzatissimo. Il teatro deve diventare un qualcosa di organico alla vita cittadina e grazie alla presenza di questi Festival viene rappresentato tutto un mondo».

Ma ci saranno anche date in giro per l’Italia?

«Per il momento saremo in scena alla Fabbrica di Lampadine con quattro repliche: il 29 e il 30 settembre e il 1° ottobre e il 2 ottobre. Poi, con la produzione, stiamo vedendo altre date in giro per la Toscana e spero di girare anche tutta l’Italia e non solo… la mia manager ci sta lavorando».

Il futuro per Margò Volo, come sarà?

«Al momento mi sto concentrando tantissimo su questa esibizione. Anche perché è un tipo di spettacolo che posso portare tranquillamente in scena per i prossimi 10 anni. Poi, ci sarà sicuramente un futuro di ricerca e di impegno. Sto preparando una collaborazione con altri testi indipendenti e che trattano argomenti un pochino più drammatici nell’ambito della psichiatria, ma tenendomi sempre la possibilità di rimanere nell’ambito della comedy. Poi, c’è comunque Borgo Teatrale, che è la scuola di teatro partner dello spettacolo e dove io insegno. Una scuola piccola ma meravigliosa e dove è possibile fare le cose in libertà, senza subire le influenze del mercato o il dover fare obbligatoriamente grosse cifre. Poi il futuro è di far girare il più possibile questo spettacolo e di approfondirlo sempre di più. Poi vediamo quel che succederà».

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