Mariella Nava è una delle più importanti e raffinate cantautrici che la musica italiana può annoverare tra le sue eccellenze. Interprete straordinaria e autrice impeccabile. Dalla sua infallibile penna sono uscite vere perle della discografia italiana, come: “Spalle al muro” cantata da Renato Zero, “Questi figli” cantata da Gianni Morandi e che le regalerà il primo grande successo, “It’s Forever” cantato con Dionne Warwick, “Per amore” cantato anche da Andrea Bocelli e tanti altri brani evergreen della musica; per arrivare ai suoi grandi successi cantati in prima persona, da “Così è la vita”, “Futuro come te”, “Terra mia”, “Povero Dio” e fino ad arrivare ad “Alla salute” (Suoni dall’ITALIA/Believe) il nuovo singolo già in radio e in digitale. Un augurio a trovare anche nei giorni più neri, un motivo per brindare alla salute e alla vita. Una carriera ricca di successi e con lo sguardo sempre al futuro, abbiamo raggiunto Mariella Nava per una piacevole chiacchierata.
Ciao Mariella, mi piacerebbe iniziare questa intervista chiedendoti subito di “Alla salute”, il tuo nuovo brano. Cosa ci puoi raccontare di questa canzone?
«Abbiamo vissuto questi ultimi anni un po’ complicati e succede che più si va avanti e più si va in contro ad una sorta di assuefazione. Invece noi, che veniamo fuori da un buio vero, possiamo sperare e pensare al cambiamento. Anche perché da questa situazione abbiamo capito diverse cose, abbiamo imparato a volerci più bene, a cercarci di più e a stringerci forte. Forse qualcosa dentro noi è cambiata, ci ha fatto ritrovare una voglia diversa e che pensavamo di non avere più. Ecco, forse quel periodo ci ha dato una nuova spinta. Oggi guardiamo la vita con gli occhi diversi e ogni istante della vita diventa prezioso. Per questo “Alla salute” perché dobbiamo brindare alla vita di tutti i giorni e apprezzarla per come viene».
Un brano che nasconde quindi un messaggio importante. Un messaggio di speranza a vivere la vita senza perdere tempo.
«Senza perdere tempo e senza più rinchiuderci nelle depressioni. Un augurio per non avere paura di vivere anche con un peso sul cuore. Dobbiamo cercare di essere costruttivi e cercare di trovare quei punti in comune con gli altri per essere collaborativi e sistemare le cose. Dobbiamo trovare quel qualcosa per brindare alla vita».
Nel brano troviamo anche un omaggio a Giuseppe Verdi, “Libiam ne’ lieti calici”. Insomma, il brindisi di cui parlavi e che si aggiunge al tuo messaggio…
«Non è un aggiunta. È più un rafforzamento del mio concetto che era stato già toccato da un grande come Giuseppe Verdi. Anche Verdi era uno che interveniva sulla bellezza e sull’arte, e questo è un augurio che dobbiamo tenere a mente tutti noi per il futuro. È anche un augurio a trovare un punto di accordo per la pace e per la costante ricerca della serenità per il mondo. Poi, mi auguro anche che la curiosità possa muovere i ragazzi ad ascoltare la versione originale del “Libiam ne’ lieti calici”. Mi farebbe piacere se i giovani riscoprissero opere così importanti per la nostra musica anche attraverso la mia canzone».
Tra le caratteristiche della tua penna c’è questo tuo non nasconderti mai e di scrivere sempre di temi impegnati o sociali. Anche in “Alla salute” confermi questa tua capacità. Come mai questa tua volontà?
«La musica ci alleggerisce la vita, però ci deve anche risvegliare. Noi dobbiamo ritrovarci nelle canzoni, ci devono appartenere. La volontà di noi autori è di fare da specchio all’esistenza degli altri e metterci dentro le sensazioni comuni. Noi abbiamo queste antenne sempre accese per raccontare quello che succede nel mondo».
L’ultimo album di inediti in solitaria è “Epoca” ed è del 2017, mentre del 2020 è “Trialogo” l’album con Grazia Di Michele e Rossana Casale. Ma con l’uscita di “Alla salute” ci sarà un nuovo progetto discografico?
«Certamente! Ci sarà un nuovo album di inediti e all’interno del progetto ci saranno “Povero Dio” e “Alla salute”. È quasi pronto, sto mettendo dentro le ultimissime cose e molto presto lo conoscerete».
Un anno che si profila importante per te con l’uscita di questo album, ma cosa ci dobbiamo aspettare dal 2023 di Mariella Nava?
«Questo lo vedremo! Non ho la sfera di cristallo per saperlo. So solo che continuerò ad amare tutto quello che riguarda la musica. Per questo nuovo anno mi auguro altre collaborazioni e che io possa continuare a scrivere con questa ispirazione. Spero di incontrare altri artisti, di vivere sui palchi e magari di partecipare anche in delle iniziative televisive per tutta quella musica nuova che, per chissà quale ragione, non è conosciuta abbastanza. Mi auguro di capitare in qualcosa anche per promuovere il lato autorale. Abbiamo tanti interpreti di canzoni troppo uguali, abbiamo bisogno di nuovi autori».
“Questi figli”, “Per amore”, “Come mi vuoi”, “It’s forever”, “Ogni volta che respiro” e “Spalle al muro”, sono solo alcuni dei capolavori di cui sei autrice. C’è una curiosità o un aneddoto particolare legato ad una di queste canzoni?
«Dico “Ogni volta che respiro” di Eros Ramazzotti. Ricordo che mi fu data questa registrazione del grande maestro Ennio Morricone. Con la voce mi faceva ascoltare questa melodia e cercava qualcuno che potesse scriverci un testo sopra. Non ero la sola a cui era arrivata questa proposta musicale, per cui, dopo averci lavorato qualche giorno, presentai questa canzone alla RCA e al suo editore. Pochi giorni dopo mi chiamarono e mi dissero che era stata scelta la mia canzone. Per me fu un grande motivo d’orgoglio. Il maestro mi disse: “che avevo seguito esattamente la salita emozionale che lui si aspettava”. Così fui chiamata a mettere la mia firma accanto a quella del maestro. Poi, come spesso capita, questo brano è stato messo in un cassetto. Tuttavia, l’attesa fa grandi le canzoni e anche in questo caso è stato così. Infatti, poco dopo la scomparsa del maestro Morricone, Eros Ramazzotti ha scoperto questo brano e l’ha voluto fortemente. Mi ha chiamato e insieme abbiamo rivisto alcune parole, ma lasciando intatta l’idea del maestro. È stata una bella emozione».
Tra poco ci sarà Sanremo e al festival sei stata una grande protagonista, sia come interprete che come autrice. Ma qual è il Sanremo che ricordi con maggiore affetto?
«Il Sanremo di “Cosi è la vita” è uno dei due che ricordo con maggior amore. L’altro è quello del 1991, dove ero in gara con il brano “Gli uomini”, ma non ero minimamente interessata alla mia gara, anche perché ero preoccupatissima per il risultato della canzone “Spalle al muro” scritta per Renato Zero. Che come sappiamo andò benissimo.
E con “Cosi è la vita?
“Cosi è la vita” è stata una tappa fondamentale della mia carriera. Anche perché venivo dà una certa assenza e dovevo rinquadrare un po’ il mio stare nella musica. Capire se c’era ancora lo spazio per una scrittura come la mia. Quindi dopo qualche anno di attesa mi riproposi al Festival di Sanremo. Fino al giorno prima sembrava che non dovessi rientrare nel cast, inizialmente non avevo un buon presentimento. Anche Elio Cipri, mi diceva che forse non ci sarei stata. Poi feci un sogno premonitore, con un sole che sorgeva dietro alla collina dove abitavo. Il giorno dopo, lo stesso Elio Cipri, mi urlò di accendere la televisione per scoprire il cast. Fu proprio una bella sorpresa scoprire che ero dentro! In seguito, durante il programma di fine anno, Carlo Conti – che era il conduttore – invitò una sacerdotessa brasiliana. Questa sacerdotessa attraverso un lancio di conchiglie doveva individuare chi si sarebbe piazzato al primo posto nella kermesse. Quella sera ricevetti una chiamata da mia sorella per accendere la tv e vedere tramite questa sacerdotessa chi avrebbe “vinto” il festival. Per me già era fantastico essere nel cast e mai avrei pensato ad un ipotetico trionfo. Comunque, questa sacerdotessa predisse una mia vittoria. Alla fine non vinsi il festival, arrivai dietro Anna Oxa e Antonella Ruggiero, ma per il pubblico vinsi e infatti ero in testa in tutte le classifiche popolari. Mi diedero anche ben due premi. Per me fu un Sanremo importante».
In conclusione: visto che lo abbiamo ricordato nell’arco di questa intervista. Un ricordo di Elio Cipri ce lo vuoi regalare?
«Era una persona positiva. Sempre con il sorriso sulle labbra e che spingeva sempre gli altri. Era sempre pronto a regalare la sua energia. Era un motivatore fantastico e non si dava mai per vinto. Superava ogni ostacolo in maniera decisa e non ti abbandonava mai».