Un nuovo esordio per Nudha, nome d’arte di Sara Zaccarelli. La cantante soul, ma con l’anima rock è diventata grande e questo album, dal titolo “Nudha”, proprio come il nome scelto per rappresentare la sua carriera artistica, ne è la dimostrazione. Un album dove la talentuosa Sara si mette a ‘nudo’ e racconta attraverso la sua voce e la sua scrittura attimi e momenti vissuti nella sua vita, riuscendo così ad unire in un mix perfetto classe, eleganza e impegno. 12 i brani presenti e cantati in italiano da Nudha all’interno del disco, canzoni ricche di contaminazioni tra i generi e dove la giovane artista si diverte a spaziare con la sua vocalità. Diverse sono anche le collaborazioni presenti che esaltano l’album, come quelle di Appino per il brano “Traffico”, di Mauro Ermanno Giovanardi nel brano “Con le mani”, di Davide Toffolo per la co-scrittura di “MolossA” e di Francesco Bianconi per la co-scrittura di “Chiedimi”. Così, tra temi impegnati, un mix di generi, tante collaborazioni e una straordinaria vocalità, Nudha si è raccontata a noi per presentare il nuovo album.
Ciao Sara, come stai dopo l’uscita di questo disco?
«Sto bene e come sto dicendo a tutti, dopo 4 anni di attesa non mi è permesso ammalarmi. Scherzi a parte, sono molto contenta e solo ora sto prendendo coscienza che questo disco è effettivamente uscito».
Invece, qual è l’emozione di fare un disco interamente in italiano?
«Pensavo di notare una differenza maggiore di sound o di impostazione della voce. In realtà, quello che cambia, è la connessione emotiva che la mia lingua ha su di me. Quando parliamo nella nostra lingua siamo forzati ad essere sinceri o comunque ciò che viene detto ci tocca in modo più profonda. Anche se sono 21 anni che canto e che faccio live, mi sento quell’emozione da esordio di artista alle prime armi. Nulla di invalidante o paralizzante, ma quel brio e quella carica in più che mi mancava nell’ultimo periodo».
Quindi “Nudha” lo possiamo considerare come un vero disco d’esordio?
«Sisi, anche se dietro ho una lunga gavetta. Questo formalmente per me è come un disco d’esordio, anche perché è la prima volta che mi metto realmente a nudo, rispetto alla mia emotività, a quello che è stata la mia vita e la mia carriera. Sentivo il bisogno di comunicare con le persone, ma per questo album ho sentito l’esigenza di scrivere per me stessa. Questo album ha una sua autenticità e una sua verità da raccontare, successo o non successo».
Un disco ricco di partecipazioni importanti, ma quanto ti sono entrate dentro queste collaborazioni?
«Queste collaborazioni mi hanno arricchito e sono molto grata per questo. Oltre ad essere grandi artisti sono persone con uno spessore umano enorme. Ho avuto modo di conoscerli da vicino e di incontrare dei talenti grandi, ma umili e molto sensibili. Pensare che questi incontri abbiano portato ad un influenza reciproca mi piace molto e credo che questa sia la vittoria intrinseca di questo disco, a prescindere dal risultato che possa avere all’esterno».
Nell’album tratti di argomenti purtroppo attuali come la violenza sulle donne, il tradimento o l’auto sabotaggio. Come mai hai voluto parlare di questi argomenti?
«Il tutto è stato molto spontaneo. Nel momento in cui mi sono messa a scrivere il primo testo, mi sono trovata ad avere bisogno di scrivere della mia vita e di quello che mi era successo. Nudha, che non per caso si chiama come il mio nome d’arte, rappresenta un excursus che va dalla mia infanzia fino ai 25-27 anni. Tutto ciò che ho vissuto, nel bene e nel male, l’ho voluto rappresentare nel modo più affine e vicino a ciò che effettivamente mi era successo; cercando di creare anche delle storie che potessero avvicinarsi o rendersi credibili all’ascoltatore. Sono temi che mi interessano perché comunque li ho vissuti, o in prima persona o tramite persone vicino a me e ci tengo che ci sia una sensibilizzazione su queste tematiche. Spero che questo moto della mia psicoemotività possa aiutare le donne ad essere meno sole e più capite».
Di questi 12 brani, ce né uno che più di tutti rappresenta questo progetto?
«Faccio fatica a dire una canzone, ma per assurdo sceglierei “Chiedimi”, che è l’unica canzone fuori genere rispetto alle altre presenti nell’album. “Chiedimi” al suo interno possiede tante influenze, dal pop al rock, è un brano plastico, fluttuante e potente, pur essendo però molto dolce. Anche “Oggi no” però potrebbe essere un brano rappresentativo; è una ballad terzinata, è molto soul, ma c’è del rock e rimane orecchiabile come un pezzo pop».
Sei un’artista che è cresciuta sul palco, ma dopo i due anni di pandemia, qual è l’emozione di tornare a cantare dal vivo e davanti al pubblico?
«Ritornare sul palco è come fare un salto nel passato, ma con una consapevolezza diversa che ho sviluppato in questi due anni di fermo. Comunque, io sono super carica».