Pier Vincenzo Gigliotti: «L’amore è il vero strumento di guarigione»

Scrivere come valvola di sfogo, ma anche per passione e per lanciare messaggi importanti. Questo e molto altro è ciò che ha spinto Pier Vincenzo Gigliotti a scrivere e a raccontare magnifiche storie. Dopo l’ottimo esordio con “Radici nel Vento” nel 2019 e “L’anno più bello” nel 2020; lo scrittore è tornato con un nuovo romanzo dal titolo: “Aria D’Estate” edito da La Rondine. Un libro tutto da leggere e che in tanti ci si possono ritrovare. La scuola da sfondo della storia, come luogo sinistro e come spazio per crescere e superare le intemperie della vita malgrado tutto le difficoltà e gli ostacoli. L’amore come strumento di salvezza, di riscossa e di rivoluzione. Un romanzo di formazione che cerca di spronare il lettore a ricordare quei momenti (o conoscerli per quelli che non c’erano allora) e a capire, come anche da certe situazioni, si possa trovare la forza di crescere e fare quegli incontri salvifici importanti per la vita di ognuno di noi. Insomma, un terzo romanzo di assoluto valore e di grande interesse per più di una generazione di lettori. Noi di RDM abbiamo raggiunto Pier Vincenzo Gigliotti per farci raccontare al meglio questo libro.

Pier Vincenzo Gigliotti

Partirei subito da questo tuo nuovo romanzo: “Aria D’Estate”. Un progetto che ti ha tenuto sulle spine per diversi mesi. Come mai così tanto per scriverlo?

«Perché racconto una storia complessa e che va a toccare quasi 30 anni di vita. Parto dal 1976 e arrivo al capodanno del 2000. Comincio dal descrivere la scuola elementare, per arrivare al liceo e il periodo subito successivo. Ho impiegato un po’ di tempo anche perché le storie si intrecciano, e avevo bisogno di spazio per mettere in ordine il cassetto delle emozioni. Ho preso del tempo anche per rivivere quelle sensazione che ho provato in prima persona, visto che in parte questo è un racconto biografico».

Quindi è un racconto in buona parte autobiografico, ma sono tutte esperienze, sensazioni ed emozioni vissute realmente quelle che racconti?

«Assolutamente sì! Posso dire che tutta la parte della scuole elementare è biografica, poi dopo ho lavorato molto di immaginazione. Nel romanzo racconto anche le esperienze di vita che ho visto dei miei compagni, quello che hanno attraversato e vissuto. Per molti la scuola non è stata facile e racconto quindi quel disagio».

Ma quindi, cosa troviamo di Pier Vincenzo in Giovanni (Il protagonista del romanzo)?

«Sono molto vicino al personaggio di Giovanni, la sua timidezza, il suo arrivare sempre dopo nelle situazioni. Insomma, ricalca molto me nella prima parte del romanzo. Poi, c’è una sorta di evoluzione, e anche se ovviamente rimane qualche mio aspetto; Giovanni si trasforma in tutto quello che avrei voluto diventare».

Tornando invece al libro “Aria D’Estate”. Sono rimasto incuriosito da questa copertina e dalla scelta del titolo. Come mai questa scelta? È solo per una questione legata al periodo della fine della scuola o c’è dell’altro?

«Già la copertina è indicativa per raccontare questa motivazione. Ricalca molto il “Tempo delle mele” (il celebre film con Sophie Marceau ndr.) che ho visto tantissime volte. Il titolo è molto profondo per me, anche perché i due protagonisti affrontano le stagioni del cuore come le quattro stagioni dell’anno. C’è l’autunno come stagione della mortificazione e delle umiliazioni scolastiche; l’inverno come luogo di silenzi e solitudine; c’è la primavera che sboccia nella vita dei due protagonisti e si sente nell’aria un profumo di felicità e di riscatto dopo le tante sofferenze; infine, c’è l’estate, la stagione bella, ricca di sole e di interminabile gioia, e poi è il periodo dei primi amori. L’amore è una componente essenziale della storia».

Copertina "Aria D'Estate"
Pier Vincenzo Gigliotti – Copertina – “Aria D’Estate”

La cosa bella di questo libro è che è un romanzo adatto a tutti e per tutti. Ma quando lo hai pensato, avevi un’idea di lettore modello?

«Sì, cerco di rivolgermi specialmente ai ragazzi con questo libro. Tuttavia, mi farebbe piacere se questo romanzo arrivasse anche agli insegnanti. Anche perché gli insegnanti sono il fulcro della scuola, sono loro che stanno in costante contatto con gli studenti e sono loro i primi che possono capirli e aiutarli in certi momenti della vita. La scuola oggi è come una seconda casa, dove i ragazzi possono trovare chi lì aiuta. Prima, erano gli stessi insegnanti che non riuscivano a capire i ragazzi, erano loro stessi a creare turbamenti, problemi emotivi e non solo. Però, mi piacerebbe molto che questo libro fosse letto anche da quelli della mia generazione. Coloro che hanno visto e vissuto quel tipo di scuola. Anche perché bisogna ricordare e mai scordare».

Per molti scrivere è una necessità, ma per te che arrivi da una professione diversa e da altri studi, cosa significa scrivere?

«Sono un avvocato, e la mia professione non si discosta completamente dalla scrittura, anche perché sono un civilista e scrivo molto (ride ndr.). Gli argomenti di cui scrivo però sono molto diversi e mi hanno preso molto. La scrittura è iniziata come una passione per me, ma soprattutto è nata perché sentivo la necessita di voler trasmettere un qualcosa. Prendendo poi parte ai progetti speciali con il Catanzaro Calcio, entro nelle scuole e familiarizzo con tanti ragazzi. Così, mi sono reso conto che in molti hanno problemi importanti, personali e familiari. Quindi mi sono messo a scrivere perché sentivo il bisogno di aiutarli e di mandare loro dei messaggi di forza, con la speranza di lasciare dentro loro un qualcosa di significativo e di trasmettere delle emozioni e delle riflessioni. I miei sono romanzi di formazione e ci tengo a lasciare in loro un qualcosa di importante».

Quale messaggio vorresti che arrivasse a chi legge questo tuo terzo romanzo?

«Vorrei che arrivassero tante cose e tanti messaggi. Non bisogna mai dare per scontata la fortuna che abbiamo oggi, il poter stare bene e fare quello che più ci piace. I problemi dell’infanzia e quelli scolastici ci segnano, però si possono superare ed è possibile andare avanti. L’amore aiuta a superare i traumi del passato. L’amore è il vero strumento di guarigione per tutti noi».

Cosa ti auguri dal 2023 che sta per arrivare?

«Mi aspetto un 2023 importante e che possa portarmi anche un po’ di visibilità. Il mio desiderio è di aver portato qualche novità e che la gente possa ritrovarsi in questo romanzo. Quindi spero che nel nuovo anno in tanti possano leggere questo mio romanzo».

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