Vittorio Vaccaro attore, musicista appassionato di cucina siciliano di nascita ma milanese di adozione, ha saputo coniugare talento e passione, in un distillato, che fa di lui l’uomo e l’artista eclettico che dopo la stagione come opinionista a Forum, sta per approdare in Tv su Discovery con un programma tutto suo. La cucina è il “regno” dove la sua creatività prende forma in piatti che coniugano tradizione ed inventiva, senza rinunciare, tuttavia a suonare il sax. Profondo conoscitore dei territori e dei loro prodotti, ama lavorare ai fornelli sapendo anche improvvisare una cena dell’ultima ora per la famiglia, gli amici o solo per Luna, la sua compagna, perché la cucina- parola di Vittorio- racconta la nostra storia.
Da dove parte tutta questa tua attitudine all’arte?
«La necessità di “uscire fuori” dal coro, mi ha spinto ad assecondare la mia attitudine artistica e tutti quei “doni” che erano parte di me. La ricerca della bellezza, del gusto è il filo conduttore di tutto ciò che amo fare, con la consapevolezza di chi sono, da dove vengo e dove voglio andare. Sono partito da zero ma dai miei, ho imparato a non arrendermi mai. Ho fatto mestieri diversi, dal cuoco a domicilio, all’insegnante di sostegno, ho lavorato con grandi registi e raggiunto obiettivi professionali importanti, mettendoci tutto me stesso, sempre e incondizionatamente. Arrivati ad un certo punto della vita, ci si siede e si pensa che alla fine si può fare di più facendo meno. Sono arrivato a capire che ci si debba concentrare su un distillato delle nostre ambizioni, per concentrarsi su un obiettivo. Analizzo di più, peso maggiormente le cose. Analizzo scelgo e produco. Oggi ho le idee chiare, so chi sono e dove voglio andare».
Cucinare è arte?
«Assolutamente. L’arte è un momento irripetibile, come un concerto dal vivo. Uno spettacolo teatrale. In cucina come sul palco, bisogna avere un’idea creativa. La differenza tra interpretazione ed esecuzione, in cucina è la stessa cosa: ci si deve mettere la propria umanità, la propria intuizione, il proprio quid. Sono sempre stato convinto che la regola sia fondamentale per dare il via alla creazione. Ogni idea, anche in cucina mi stimola alla ricerca, al confronto e alla sperimentazione. L’amore e la passione sono il motore, ma deve esserci la competenza, la conoscenza di base. Oggi cucino e faccio la spesa, avendo come bagaglio la tradizione della mia terra, la cucina dei miei, con la creatività e la capacità di mettere insieme una cena improvvisata senza rinunciare al bello e al piacere del gusto. Perché cucinare è una forma d’arte!»
Sei raffinato nel fare musica, sul palco e anche in cucina. Qual è il tuo ingrediente segreto?
«La semplicità è alla base di tutto. In cucina è determinata dalla scelta della materia prima, per la quale io sono attentissimo. Faccio ricerca, non mi accontento, voglio capire e sperimentare. Mi piace conoscere i territori ed i loro prodotti, questo per me è irrinunciabile. Non serve fare piatti super complicati, ma la ricercatezza deriva dalla scelta delle materie prime, quando si ha il tempo di preparare una cena o un pranzo, altrimenti bisogna saper improvvisare con quello che c’è in dispensa e dare sfogo all’inventiva».
Cos’è la cucina per te?
«La cucina è associazione ed equilibrio. Racconta la famiglia, la casa, la nostra vita. Mangiare insieme, può raccontare l’amore, la stima: è un bacio e una carezza».
Ti piace cucinare per la tua famiglia?
«Moltissimo! La mia è una famiglia allargata ed è fantastico riunire intorno allo stesso tavolo mia figlia e le figlie di Luna, la mia compagna. Cucinare per Luna è famiglia, stare tutti insieme a tavola è importante e quando ci siamo tutti è sempre una bella sensazione. Un modo per dire, ti voglio bene, mi piace stare con te. Sono cresciuto così e ricordo bene, come si aspettasse che arrivasse papà per metterci a tavola. Quando siamo soli senza figli, le dedico una cena speciale. Un momento intimo e prezioso solo per noi. Io cucino e Luna apparecchia la tavola come lei sola sa fare, è un’artista anche in quello…»
Hai anche un quintetto jazz, dove canti e suoni il sax. Da dove arriva questa passione?
«La musica è un’eredità del mio paese, dove nonno e zio erano parte della banda. Volendo musica, mi proposero il flauto traverso che, a essere sincero, non mi piaceva per niente. A sette anni passai al clarinetto che studiai al conservatorio di Palermo fino a diciassette, senza però diplomarmi ribellandomi ad un’impostazione troppo classica che non mi apparteneva. La musica, però, non mi ha mai lasciato, era già nel mio bagaglio, nel mio modo di pensare, di ritrovarmi esattamente come la cucina. La voce invece l’ho scoperta in seguito vincendo un concorso canoro con Vivo per lei di Bocelli. Oggi ho un quintetto, del quale sono il sax e la voce, un’altra delle mie grandi passioni…che si coniugano perfettamente».
Nell’immediato ti vedremo in cucina protagonista di un programma su Discovery. Come immagini il tuo domani?
«Sempre pieno di idee, mi vedo perseguire i miei istinti creativi che non voglio si spengano. Un Vittorio che si alza la mattina con un’idea in testa e la voglia di realizzarla».
Quindi non ti senti mai arrivato?
«No assolutamente. Ho voglia di dire la mia, sentirmi vivo e quindi progettare, sognare. Voglio avere la consapevolezza di poter dare qualcosa, sempre».
Foto copertina – Ph. Mario Di Bari
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