Réclame: «C’è tanto dell’esperienza personale, ma c’è soprattutto la volontà di restituire una complessità del sentimento amoroso»

È uscito il 20 maggio “La vita, l’amore e quello che resta”, il nuovo album dei Réclame e secondo lavoro discografico che arriva a due anni di distanza dal precedente “Voci di Corridoio”. “La vita, l’amore e quello che resta” è un album alla costante ricerca di profondità e che racconta l’amore in tutte le sue forme e le sue declinazioni, con uno sguardo ai cantautori del passato e con un altro alla volontà di rendere il pop un qualcosa che sta al centro, tra il basso e l’alto, adatto a tutti e quindi senza snaturarsi, ma senza perdere un senso logico. Con questo nuovo progetto, i Réclame si confermano ancora una volta originali, ma riuscendo a mantenere il loro credo, la loro musica e la loro essenza.

A raccontare dei Réclame e del nuovo album “La vita, l’amore e quello che resta”, è Marco Fiore, voce del gruppo e autore dei testi.

Réclame – Marco Fiore (voce e testi), Edoardo Roia (batteria), Gabriele Roia (basso) e Riccardo Roia (tastiere) – Ph. Matteo Consolazione

Ciao Marco, come state voi dei Réclame?

«Siamo molto soddisfatti, anche perché sono due anni che stiamo lavorando al disco. Partorire un progetto discografico non è mai semplice, ma stiamo ricevendo dei feedback molto positivi sotto ogni punto di vista. Per noi è stata una sorta di liberazione riuscire a finire il progetto. Il lavoro in studio è stato bello, ma adesso, arriva la seconda parte con i live».

Il 20 maggio è uscito “La vita, l’amore e quello che resta”. Cosa puoi dire di questo album?

«È un album concepito come una serie di variazioni su un tema preciso. Un po’ come si faceva con la musica in antichità, ma qui con un argomento più letterario come il tema amoroso, che viene declinato nei 10 brani in modi diversi. Il senso di questo disco, è che quando si parla d’amore, bisogna sempre pensare al tipo di amore a cui ci si riferisce; anche perché, ci sono vari modi di amare e all’interno del disco ci sono tutte queste sfaccettature amorose che convivono insieme, ma che reagiscono chimicamente. Ci sono episodi di violenza domestica, di tradimenti, di relazioni non accettate socialmente e tanto altro. Noi, abbiamo cercato di creare un sommario dell’esperienza amorosa, ma un sommario non esauriente, anche perché sarebbe impossibile raccontare tutto sull’amore».

Ad anticipare l’album troviamo il brano “Conseguenze”. Un brano ricco di rabbia e rassegnazione nel tipo di amore raccontato e con delle sonorità anni ’70 a rivestire il brano. Come mai questa scelta?

«La nostra idea è di creare un pop che sia limato, anche perché siamo dei grandi amanti degli anni ’70. Anche all’estero, la canzone pop di quegli anni,, era considerata un qualcosa di complesso dal punto di vista armonico e di arrangiamento. “Conseguenze” è il singolo di apertura perché è un brano che si può considerare come un manifesto dell’intero disco. La scelta, è caduta su questo brano, anche perché il disco si muove su una evoluzione musicale. Infatti, a mano a mano che si arriva verso la fine, si può notare un’evoluzione della canzone pop, che va quindi da un brano più musicato ad uno dove la musica è più rarefatta e che rappresenta quasi un monologhetto».

Réclame – Conseguenze

Quanto è autobiografico questo album, visto che rappresenta tante coppie diverse e tanti tipi di amore?

«C’è una parte di tutti noi in questo album. Io mi occupo della parte letterale dei testi, ma per le musiche e l’arrangiamento lavoriamo tutti insieme. La musica per noi sta al centro ed enfatizza determinati concetti e probabilmente ne svuota altri. C’è tanto dell’esperienza personale, ma c’è soprattutto la volontà di restituire una complessità del sentimento amoroso. Cercando di uscire dai cliché della canzone pop attuale, anche perché negli anni ’60/’70 avevamo il pop d’autore di Paoli, Bindi, Tenco ecc.».

Nell’album, come detto, trattate il tema dell’amore in molte declinazioni, ma cercando quindi di uscire da questi famosi cliché della musica pop..

«Oggi alla canzone pop si pensa come ad un qualcosa di svuotato e il tema amoroso spesso è presente perché viene assunto come tema portante del pop, ma viene sempre raccontato in modo un po’ sciatto. Infatti, sembra che le canzoni parlino tutte della stessa persona e con questo disco è quello che noi abbiamo cercato di evitare. La struttura pop non è altro che una forma, un involucro vuoto da riempire di contenuti, che quando sono reali e aderenti fanno attrito con il reale e con la vita vera. Di conseguenza, i temi non possono essere trattati in modo omogeneo e quindi sono declinati nelle varie forme».

I Réclame – Ph. Matteo Consolazione

Questo disco quindi lo possiamo considerare anti-pop e in un mercato musicale come quello odierno è una scelta curiosa. Come mai questa volontà di presentare un progetto lontano dalle sonorità attuali?

«Noi cerchiamo di utilizzare la struttura pop come un cavallo di Troia. Usare quell’immediatezza formale per arrivare a tutti e veicolare quei contenuti profondi. Non è anti-pop il nostro, ma è più una sorta di pop d’autore, anche se è un discorso un po’ desueto da fare oggi. Il pop attuale viene etichettato come un brusio, un qualcosa di gretto e di basso. La nostra idea è di sfruttare quella sua immediatezza della forma e associarla con dei contenuti alti che possono essere compressi al suo interno. Rendere quindi il pop come un genere che si pone al centro, tra il basso e l’alto. Nella più grande semplicità riuscire a raccontare qualcosa di estremamente importante».

Immagino che dopo due anni di pandemia la voglia di suonare sul palco sia altissima, ma state già guardando all’estate?

«La nostra priorità è tornare a suonare, il 18 giugno terremo la release del disco a Roma e poi a seguire verranno pubblicate tutte le date del tour».

Seguici sulle nostre pagine facebook e instagram!