Personaggio televisivo amato da grandi e piccini, insomma, amato da tutti, ma proprio da tutti, compreso il Santo Padre. Infatti, Egidio Russo nome reale del mago Heldin, è il primo e al momento unico mago capace di esibirsi davanti a Papa Francesco.
“Sorridere e giocare fa bene al cuore” è il titolo del libro scritto con Gian Mattia Bruno, con la prefazione di Michele Cucuzza per Santelli editore, e racconta proprio i momenti e l’emozione dell’incontro con il Papa.
“C’è qualche cosa di magico anche in terra, che ha fatto sì che fossi io quel mago per il Papa. In Sala Nervi avevo alle spalle dodicimila persone, davanti Francesco che con la sua disarmante grandezza, mi faceva sentire piccolo, come non mai. Il filo che ha tessuto questa trama meravigliosa è stata la fede. Gli insegnamenti di mia madre, l’attenzione agli ultimi, che ho imparato da Fabrizio Frizzi, si intrecciavano col destino, che portava a compimento il suo disegno. Ho voluto condividere quella “Magia”, che ha superato di gran lunga il mio numero. Quando il Papa ha voluto assistermi, ha preso in mano quel filo, invisibile, che ha tessuto l’intero progetto. Da quel momento tutto è cambiato”.
Da quell’esibizione ed evento unico nasce un libro per tutta la famiglia, un libro diviso in due parti: nella prima, il racconto di quei momenti unici e i tanti aneddoti che hanno condotto Heldin a portare la sua magia davanti al Papa; mentre, nella seconda parte, Heldin fa un regalo ai lettori: infatti, lo stesso mago presenta e spiega diversi trucchi di magia da rifare a casa.
Inoltre, parte dei ricavi saranno destinati alla Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes, un progetto nato per volere di Papa Francesco per dare speranza ai giovani emarginati di tutto il mondo.
“Ho sentito il bisogno di ringraziarlo parlando di lui e della sua opera. Il mio grazie è stato spontaneo e la scelta di Scholas Occurrentes, proprio perché legata al Papa che l’ho fondata, mi è sembrata la scelta migliore. Non poteva che essere un libro per sostenere e promuovere l’istruzione che Scholas sogna. Un’istruzione che ci apra all’incontro con il prossimo, per un mondo nuovo”.