Parte oggi (12 novembre ndr.) e fino al 17 novembre, la V Edizione del Premio Felix. Uno dei più importanti festival del cinema internazionale con ben 22 pellicole tra film, docufilm, cortometraggi e documentari, provenienti da diversi paesi nel mondo e che permette di “viaggiare” idealmente attraverso paesi e culture ed esperienze di vita ed emozioni. Promosso dall’Associazione culturale Felix, patrocinato dalla Regione Lombardia, con il contributo e il patrocinio della Direzione generale Cinema e audiovisivo – Ministero della Cultura, in collaborazione culturale con l’Associazione Adrenalina culturale e Ibrahim Kodra Swiss Foundation. Il Festival sarà ospitato a Monza, presso la Casa del Volontariato e al Palazzo del Cinema Anteo di Milano. Tuttavia, il Premio Felix, va oltre il cinema stesso. Infatti, il festival, anche in questa edizione si contraddistingue per il suo grande rapporto con l’arte. L’esempio, è la presenza di un’opera inedita di Mark Briel scelta come manifesto dell’evento. A parlare con noi del Premio Felix, il direttore artistico Uliana Kovaleva, che ci ha raccontato le sensazioni, le novità e le speranze verso il festival.
Inizierei subito con l’emozione dell’inizio di questa V edizione del Festival Felix che andrà in scena dal 12 al 17 novembre…
«L’emozione è sempre positiva. Già dieci anni fa era alta, quando avevamo solo l’idea di realizzare questo festival. Noi, cerchiamo di mantenere l’emozione alta in tutte le edizioni. Ma, come nella prima rassegna, noi siamo molto Felix, che in latino vuol dire felice. Ed è per questo, che, tra la scelta dei film e l’evento in generale, considero tutto molto positivo».
Cosa ci dobbiamo aspettare da questa nuova edizione?
«In ogni edizione siamo cresciuti sempre di più. Sono aumentate le pellicole e sono aumentati anche i paesi di provenienza dei vari film. Quest’anno sono veramente tanti i paesi e molti, sono anche quelli che capitano poco in Italia durante i festival cinematografici. Abbiamo tanti film dal Kazakistan, dal Kirghizistan, dall’Uzbekistan e dalla Georgia. Siamo cresciuti e siamo diventati veramente internazionali. Speriamo di rimanere così e di migliorare sempre più».
Tante le novità e tra queste, anche le nuove location per questa 5° edizione…
«Il punto base per noi è sempre Milano e ogni anno, scegliamo generalmente altre location per le varie proiezioni. L’anno scorso abbiamo fatto proiezioni a Como e a Varese. Quest’anno ci alterneremo tra Monza alla Casa del Volontariato e a Milano al Palazzo del Cinema Anteo».
Anche quest’anno, come nelle precedenti edizioni, un connubio importante è quello con l’arte. Infatti, l’opera di Mark Briel è stata scelta come manifesto dell’evento.
«Il cinema è da sempre composto anche da altre arti. Il manifesto del festival deve essere un qualcosa di piacevole per lo spettatore. Il manifesto deve aiutare e far riconoscere l’evento di quell’anno. A noi devono dare una sensazioni di entusiasmo e di allegria. Insomma, devono dare felicità al pubblico. Anche se parliamo di un quadro astratto e non figurativo, il manifesto di Briel è un’ottimo biglietto da visita».
Un festival con uno sguardo internazionale. Quello che viene fuori è anche un messaggio importante visto cosa accade nel mondo
«Certamente! Noi cerchiamo di non entrare in politica. Il nostro campo è la cultura e il cinema. Per questo cerchiamo di selezionare i film in modo onesto, umano e andando anche a scegliere tematiche sociali e universali. Trattando quindi temi di coppia, di famiglia o sentimenti personali».
Qual è lo stato del cinema ad oggi?
«L’industria del cinema è molto cambiata negli ultimi anni e non solo per via della pandemia. Già prima era cambiata, anche per via delle tendenze, delle mode e delle abitudini degli spettatori. Abitudini che cambiano con gli anni e che di conseguenza cambiano anche questa industria. Anni fa, le serie tv erano molto semplici, invece oggi sono di altissima qualità e con budget enormi, e ciò crea qualche problema al cinema. Ecco, queste tendenze in continua evoluzione porteranno ad altri cambiamenti per l’industria cinematografica. Ma in generale, il mondo ci porta dei cambiamenti e noi dobbiamo restare sempre pronti e aperti».
In conclusione, cosa speri che arrivi al pubblico?
«Spero che sia un Festival bello, interessante e che possa interessare alla gente. Mi piacerebbe molto se poi il pubblico tornasse più volte, anche per le edizioni future e anche solo per vedere un solo film. Ci piacerebbe se la gente considerasse il Premio Felix come un appuntamento fisso, da vivere anno dopo anno. Insomma, un momento di allegria e felicità».