Vanessa Contucci è Veronica nel film Il meglio di te

Vanessa Contucci è una giovane attrice che oggi si racconta per noi con la sincerità che la contraddistingue. Un’adolescenza complicata, l’amore dei nonni, la determinazione a cercare la propria strada sono per lei un bagaglio esperienziale importante e fondamentale. Il cinema, dice, è stato la sua zattera di salvataggio, in un mare in tempesta. Con la recitazione ha potuto mettere a disposizione tutta la sua interiorità anche quella ferita, imperfetta, provata. Un punto di forza e non di debolezza, regalandole l’occasione di essere felice.

Ne Il meglio di te, il film di Fabrizio Maria Cortese conMaria Grazia Cucinotta, Vincent Riotta, Daphne Scoccia, Anita Kravos, Simone Montedoro, Giusi Merli, Mattia Iasevoli ed Elvira Cuflic, interpreti Veronica. Che cosa hai in comune con lei?

L’ambizione di voler riuscire a realizzare la propria strada nell’arte. Questa è stata una molla per me come per Veronica nel film, dove amore ed arte trovano la stessa via. Veronica, infatti, trova in Paola non solo l’amore ma anche un mentore importante. Trovare il mio posto nel mondo, mi lega a Veronica fortemente, anche se sono tante ovviamente, le cose che non collimano. La voglia di realizzarmi, che è una sorta di rivalsa nei confronti della vita, mi ha permesso di comprendere la sua interiorità. L’arte è stata un’ancora di salvezza, per me e per lei. Un ruolo che, se pur piccolo, mi ha permesso di imprimere tutta me stessa, con l’intensità che volevo. Credo che questa sia la magia, al di là dell’importanza del ruolo: riuscire a metterci il meglio di quello che hai, rendendolo speciale. Come attrice ho avuto la possibilità di evidenziare e mettere in risalto i contorni del mio personaggio e questo, mi ha reso davvero felice.  

Quale forma d’arte oltre la recitazione sono la tua “salvezza”?

Veronica ha risvegliato in me anche l’attitudine, la passione per il disegno. Mio nonno materno era pittore e non sapevo di avere dentro questa risorsa. Il disegnare, dipingere è una forma di terapia potente ed un modo per condividere emozioni che a parole non mi è possibile; poi il canto, che fin da piccola ho coltivato: sognavo di fare la pop star e Britney Spears era la mia stella! Ancora oggi sfogo le mie energie, tiro fuori quello che ho dentro, grazie al canto. Mi rivitalizza e anche da sola, mi aiuta tantissimo.

Sognavi di diventare una pop star, oggi?

Sogno davvero di trovare il mio spazio, un riconoscimento per quello che so fare. Voglio poterlo fare diventare il mio mestiere, vivendo della mia arte.

Essere giovane e di bell’aspetto è un limite o una facilitazione?

Credo di essere molto normale, non lo vedo come un limite. Non mi sento particolarmente bella, anche se ovviamente, ci tengo a presentarmi bene. Spero di essere apprezzata per le capacità recitative, interpretando ruoli che m’intrigano, mettendomi alla prova anche e se mi imbruttiscono.

Vanessa Contucci – Ph. Andrea Ciccale

Che cosa vorresti che si dicesse di te?

Vorrei che fosse apprezzata la mia voglia di lavorare, l’impegno, la serietà che ci metto. Credo che sia un lavoro, come tutti gli altri che richiedono, fatica, determinazione. Mi piacerebbe che si capisse quanto ho messo di me stessa in Veronica, per darle tutto lo spessore che meritava. Poi se devo volare alto, che si potesse raccontare che posso lavorare anche con produzioni al di fuori dell’Italia. Questo perché metterebbe insieme le mie due grandi passioni, la recitazione e i viaggi. Anche recitare, in qualche modo è un viaggio nell’altrui e poter viaggiare facendo il mio lavoro, sarebbe davvero bellissimo.

Ti piace sperimentare?

Mi piace moltissimo, lasciare il confort, dove posso anche sentirmi insicura all’inizio, è una sfida che accetto sempre volentieri, perché questo mi permette di scoprire in me nuove frontiere, nuove risorse. Un esercizio che credo serva molto a chiunque, ma soprattutto e a maggior ragione a chi vuole fare questo come mestiere.

La sensibilità, l’insicurezza sono un limite o una buona chance?

Credo che nonostante si sia portati a pensare che siano una debolezza, siano invece una buona occasione per confrontarsi con sé stessi e i propri limiti, per provare a superarli, diventando migliori.

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